E’ stata una settimana di proteste. Ieri vi è stata a Milano la manifestazione della Lega Nord. Il leader del partito, onorevole Umberto Bossi, ha detto che il presidente Berlusconi dovrebbe togliere l’appoggio al governo, che è stato bollato da lui come "infame". Io penso che il presidente Berlusconi farebbe bene a ricordare a Monti gli impegni presi e, se dovesse esserci una risposta negativa, a togliere l’appoggio al suo governo, un appoggio che, ricordo, non è incondizionato. Infatti, il Popolo della Libertà ha dato il sostegno a Monti in virtù del fatto che quest’ultimo abbia promesso di mettere a posto i conti e di fare delle liberalizzazioni. Ora, i conti pubblici non sono stati messi a posto. Anzi, lo spread tra BTP e Bund tedeschi è sempre alto. Inoltre, l’ultima manovra economica sta mettendo in grossa difficoltà molte aziende e rischia di creare tanta povertà. Basti pensare alle aziende che chiudono qui al Nord.
Quanto alla legge sulle liberalizzazioni, mi sembra più la ricetta di un medico che vuole curare un cancro con l’acido acetilsalicilico, la nota "Aspirina". Liberalizzare significa favorire la concorrenza. Questo provvedimento portato dal governo Monti non va in questa direzione. Prima di tutto, perché ci sia la concorrenza, ci deve essere un fisco uguale per tutti.
Ora, questa situazione non c’è. Ad esempio, vi sono aziende, come le cooperative, che hanno dei vantaggi fiscali. Monti avrebbe dovuto abolire questi privilegi. Inoltre, Monti avrebbe dovuto fare delle leggi che favorissero l’imprenditoria giovanile, in base ad un principio di sussidiarietà, come la "Dote", che c’è qui in Lombardia. Avrebbe dovuto colpire i grandi interessi e non i piccoli professionisti, come i farmacisti o i tassisti, che ora protestano. Ricordo, ad esempio, che il famoso provvedimento sui farmaci da banco attuato nel 2007 dal governo Prodi, con Pier Luigi Bersani come ministro delle Attività Produttive, favorì, di fatto, le cooperative che, come ho scritto prima, hanno già dei vantaggi a livello fiscale. Monti ha fatto ben altre cose e per questo, a mio avviso, dovrebbe dimettersi.
Tra l’altro, ho sentito molti elettori del Popolo della Libertà e non sono contenti. Il partito non rischia di perdere solo l’appoggio della Lega Nord (che ha minacciato di togliere il proprio sostegno alla Giunta della Regione Lombardia) ma anche quello di molti dei suoi elettori. Tutti protestano ma, a mio avviso, le proteste più preoccupanti sono quelle in Sicilia. Per giorni sull’isola vi sono stati blocchi e proteste. Queste ultime ci sono ancora. I siciliani sono particolarmente penalizzati dall’attuale situazione. Pensiamo all’ultimo provvedimento del governo Monti che, ad esempio, ha tolto i finanziamenti per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, un’opera che sarebbe stata necessaria, per dare sviluppo all’isola. Inoltre, i siciliani sono penalizzati per ciò che riguarda i carburanti (che costano di più) e di conseguenza fanno fatica a creare ricchezza. Un’altra situazione che penalizza l’isola è il fatto che, supinamente, il governo Monti appoggi l’Unione Europea, senza criticare certe norme, come quella che prevede la possibilità di fare le aranciate senza succo d’arancia o certi limiti sulla pesca. Quello siciliano è un popolo che vive anche con le attività marittime (come per l’appunto la pesca) e con la coltivazione di ottimi prodotti agroalimentari, gli agrumi in primis. Nessuno si rende conto che in questo modo certi ceti tecnocrati stanno "strozzando" la Sicilia? Da qui nasce il malumore.
Il mio timore sta nel fatto che in Sicilia non vi sia un riferimento politico come la Lega Nord che faccia da "valvola di sfogo", come avevo scritto più volte su ItaliaChiamaItalia. Temo, quindi, che le proteste possano degenerare. Ripeto, se io fossi al posto del presidente Berlusconi, comincerei a pensare di "staccare la spina" al governo.
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