Nella comunità italiana della Repubblica Dominicana ha suscitato molto dolore, ma anche molte polemiche e tanti punti interrogativi, la notizia di un nostro connazionale morto nella zona Sud Ovest dell’isola Caraibica, a Pedernales. Morto perché, secondo quanto riportato dai media locali, ingeriva alcol da tre giorni, senza mangiare. Qualcosa di assurdo, a pensarci bene. E allora noi di ItaliaChiamaItalia abbiamo voluto vederci più chiaro e ciò che abbiamo scoperto solleva quanto meno forti dubbi sul fatto che le cose siano andate davvero come ce le hanno raccontate i giornali dominicani.
Paolo Moschini, questo il nome del 53enne italiano deceduto questa settimana nella RD, era un giornalista, “un uomo libero”, come ci spiega la moglie, Eleonora Antonietta, che al telefono con Italiachiamaitalia.it sottolinea: “Non voglio che mio marito passi come un alcolizzato, perché non lo era. Mio marito era un amante del giornalismo, scriveva, era una persona libera, amava la natura ed era per i diritti umani. Si batteva per questo”.
Paolo in Italia, nella sua zona, quella di Mantova, era abbastanza conosciuto. Aveva contatti importanti, anche con giornalisti di fama nazionale. Si trovava nella Repubblica Dominicana dallo scorso dicembre e sarebbe dovuto rientrare in Italia domenica. Qualcosa, però, o forse qualcuno, ha spezzato la sua vita.
IL POST SU FACEBOOK A sentir parlare la moglie di Paolo, sembra che lei non creda a una morte causata dal troppo bere. E non ci crediamo nemmeno noi, soprattutto dopo avere scoperto il post che Paolo Moschini ha pubblicato su Facebook proprio qualche ora prima di morire.
“Ore 03.05, in due mi hanno aggredito alle spalle mettendomi un sacco nero in testa, nel parque tutto illuminato di fronte alla Gobernacion Provincial. Volevano rapinarmi… ma ho reagito colpendone uno e l’altro è scappato. Ora vado dai militari…”. E ancora: “nella fuga ha perso il machete, mentre a prima vistata l’altro che è rimasto a terra sembrava disarmato”.
Un post che, visto quanto successo qualche ora più tardi, assume un notevole peso in questa intricata vicenda. Eleonora commenta così: “Questo Paolo non l’ha scritto a me. Quel suo post è stato un grido di allarme. Lui si sentiva in pericolo. Si muoveva con molta prudenza ma si avventurava. E non si lasciava intimorire”. Unica consolazione, per la moglie di Paolo, è sapere che suo marito ha trascorso gli ultimi giorni della sua vita felice, nella splendida cornice caraibica di Bahia de Las Aguilas: “Mio marito d’inverno per ragioni di salute passava dei periodi fuori, in posti caldi. Son sicura che è stato felice durante quelli che sono stati gli ultimi giorni della sua vita”.
Non possiamo rivelare qui tutta la conversazione avuta con la moglie del nostro connazionale, che al telefono ci è sembrata una persona colta, forte, coraggiosa, con sete di giustizia. Eleonora vuole vederci chiaro e andrà fino in fondo perché sia fatta luce su quanto accaduto. E’ in contatto con la Farnesina e cercherà di capire come muoversi. Anche noi, nei limiti del possibile, come giornale, come persone che da anni conoscono molto bene la Repubblica Dominicana e le sue dinamiche, le abbiamo dato tutta la nostra disponibilità e proveremo a starle vicino. L’interrogativo più grande per ora rimane: com’è morto, Paolo? E’ stato davvero un incidente – ma la moglie esclude questa possibilità -, oppure qualcuno ha deciso di togliergli la vita? Ci auguriamo con forza che questo punto di domanda gigantesco possa trovare presto risposta.
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