Un italiano muore nella Repubblica Dominicana dopo avere alzato troppo il gomito. Paolo Moscini, 53 anni, è morto nella notte tra martedì e mercoledì, dopo avere bevuto alcolici per tre giorni di seguito, senza mangiare. Il nostro connazionale è deceduto nell’ospedale Elio Fiallo, nella provincia di Pedernales. Il cadavere dell’uomo è conservato nell’obitorio dell’ospedale stesso, in attesa che qualche parente o amico si faccia vivo. Finora, secondo quanto sappiamo, nessuno si è fatto avanti.
GLI ITALIANI DELLA RD: ‘SENZA AMBASCIATA SIAMO SOLI’
Secondo i medici, che hanno fatto di tutto per salvare Paolo, la quantità di alcol ingerita era così tanta che non si è potuto fare più nulla. Le autorità locali e la polizia dominicana intanto stanno cercando di trasferire il corpo senza vita del 53enne all’ Instituto Nacional de Ciencias Forenses (INACIF) per una possibile autopsia.
Al di là della tragedia che vi abbiamo raccontato, c’è un fatto che deve farci riflettere tutti, che dovrebbe far riflettere soprattutto certi rappresentanti istituzionali che a Roma troppo spesso si dimenticano degli italiani residenti all’estero. Secondo fonti interne all’ospedale di Pedernales, le autorità del centro medico hanno compiuto ogni possibile sforzo per stabilire un contatto con qualcuno della famiglia di Moscini attraverso l’ambasciata italiana, tuttavia si sono resi conto molto presto che si trattava di una missione impossibile: infatti a Santo Domingo dal 1 gennaio 2015 non esiste più l’ambasciata d’Italia, che ha chiuso i battenti a fine 2014, fra polemiche e maledizioni lanciate da tanti italiani residenti nell’isola caraibica nei confronti di governo e Farnesina.
Non sappiamo che fine farà il corpo di Paolo né siamo in grado di dirvi se qualche parente si sia già messo in contatto con le autorità dominicane o con l’ospedale stesso. Siamo sempre più convinti, però, del fatto che chiudere la sede diplomatica tricolore nella Repubblica Dominicana sia stata una colossale idiozia.
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