Come accade da qualche anno a questa parte, si è tenuta lunedì 15 dicembre a Santo Domingo la celebrazione della Giornata dell’emigrante italiano nella Repubblica Dominicana. Alla commemorazione – tenutasi alle ore 12.00 nel Parque Mirador Sur, Av. Italia, Bella Vista – ha partecipato anche Olindo D’Agostino, numero uno dell’ambasciata italiana nell’isola caraibica.
Presenti inoltre diversi esponenti della comunità italiana, fra cui Ermanno Filosa, presidente del Comites di Santo Domingo; Paolo Dussich, delegato nazionale del Comitato Tricolore per gli italiani nel mondo e candidato al Comites di Panama con la lista Ctim; Anna Sabato, da sempre molto attenta a ciò che ruota intorno al mondo dell’associazionismo italiano nella Repubblica Dominicana.
E’ stata una Giornata un po’ diversa da quella degli anni scorsi. Soprattutto perché l’ambasciata d’Italia a Santo Domingo dal 31 dicembre chiuderà i battenti. E dallo scorso venerdì ha già sospeso il servizio al pubblico. La comunità italiana è delusa, amareggiata, arrabbiata. Forse anche per questo Ermanno Filosa, durante il suo intervento, è stato un po’ polemico e usando anche l’arma dell’ironia a un certo punto – secondo quanto viene riferito a ItaliaChiamaItalia – avrebbe detto: “ci dispiace che alcuni impiegati e funzionari dell’ambasciata non abbiano fatto in tempo a rubare… Forse perché sono arrivati tardi e sono qui da relativamente poco tempo”.
D’Agostino ha evitato di alimentare la polemica. Ma certo è che in qualche modo la comunità italiana dell’isola caraibica paga gli errori che in passato hanno commesso personaggi all’interno della sede diplomatica tricolore. L’ambasciata chiude, decine di migliaia di connazionali sono abbandonati a se stessi, la politica ha fatto poco o nulla e il governo si nasconde dietro la spending review. E’ chiaro a tutti, ormai, che la chiusura dell’ambasciata è una vera e propria scelta politica. E forse anche un modo per fare piazza pulita di alcuni impiegati e funzionari, diciamo così, dal comportamento troppo disinvolto. Alcuni di loro sono già stati ricollocati in altre sedi diplomatiche fra Centro e Sud America: essere in un altro Paese li renderà di colpo onesti?
Lunedì sera si è tenuto anche un cocktail per la comunità italiana, organizzato alla Casa d’Italia. D’Agostino – che dovrebbe rientrare a Roma già i primi di gennaio – ha colto l’occasione per salutare i connazionalie le Istituzioni in occasione della chiusura dell’ambasciata.
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