Gianpiero Samorì, docente, avvocato ed imprenditore di successo punta alla conquista dell’area moderata del Paese per approdare con una sicumera invidiabile a Palazzo Chigi. Gianpy è sicuro, l’outsider presidente dei M.i.r. (Moderati italiani in Rivoluzione) dopo avere siglato un patto d’intenti con il Pidc (Partito italiano dei consumatori) ufficializza con la convention che si terrà il 17 e 18 Novembre a Chianciano, la sua discesa in campo per ridare ossigeno e speranza a quella “maggioranza silenziosa” oramai senza rappresentanza. Stile sobrio, ottima dialettica, fermezza e serietà, fanno del 55enne modenese un’ottima personalità per dare filo da torcere all’establishment pidiellino poco abituato al confronto ed alla democrazia interna.
Con un programma di ristrutturazione economica che punta ad un robusto rilancio dei consumi e del Pil, Samorì spiega la sua ricetta mettendoci la faccia. Ripartire da lavoratori, imprese e famiglie, per dare fiato ad un ceto medio sfibrato e vessato da un fisco opprimente e da un welfare sempre più cagnesco e poco inclusivo che rischia di acuire in maniera incontrovertibile il gap sociale.
Taglio di 1.000 miliardi del debito pubblico, andando a reclamare con atti normativi somme di denaro ingiustamente escluse dalle finanze pubbliche. E più precisamente acquisire al patrimonio 250 miliardi depositati in BankItalia (170 in riserve auree e 80 di liquidità), 350 miliardi detenuti da fondazioni bancarie e non, ed infine una patrimoniale che colpisca tutti i detentori di ricchezze superiori ai 10 milioni di euro (Avvocato proponente compreso), perchè è doveroso che chi ha di più debba concorrere in maniera superiore in momenti di crisi, non solo per riconquistare una legittimazione morale, ma soprattutto perché quelle somme oggi sottratte per Ragion di Stato, in futuro rientreranno in possesso di quegli stessi ceti in misura 10 volte superiore (per via della spirale positiva successiva alla ripresa dei consumi).
Un’altra brillante proposta arriva dal “divieto di immettere sul mercato vetture con motore a scoppio dal 2018 in poi”, creando nuove famiglie imprenditoriali leader nel settore ed esautorando le continue minacce di outsourcing sibilate da Marchionne.
Dopo di che, abbattere di almeno 10 punti percentuali il cuneo fiscale, riqualificando i salari da fame a cui oggi sono costretti i lavoratori italiani, con redditi non adeguati ai livelli di vita e di spesa odierni.
L’approccio fresco ed innovativo nel modo di fare politica è lapalissiano, soprattutto quando si evince l’intenzione di superare la dicitura: “Centro-destra italiano” e aprire il Popolo della Libertà alla rappresentanza di tutto il fronte moderato – liberale alternativo alla sinistra.
Il nuovo Berlusconi, lontano dalle faide interne e dalle ghettizzazioni correntizie, potrebbe fare uscire il partito dal pantano in cui si è ricacciato dopo l’uscita di scena del Cavaliere, come un cane che si morde la coda intento a studiare leggi elettorali che senza voti non lo facciano perire.
Ad Alfano, che è un ottimo segretario, uomo di partito e mediatore democristiano, l’avvocato di Modena lascia aperta la porta della organizzazione interna. Con la benedizione di Silvio padre nobile del partito, Samorì leader e candidato premier ed Angelino segretario, la macchina azzurra senza farraginose primarie e battaglie fratricide potrebbe riconquistare un ruolo da primo attore nelle urne del 2013, lasciando ai “fantastici 5” ancora un lungo periodo d’opposizione.
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