Quello dei parlamentari è un atteggiamento oltremodo vile, al limiti della decenza istituzionale, sul filo della vergogna. Onorevoli che guadagnano 20mila euro al mese – oltre che a decine di benefit – non sono donne e uomini che danno l’esempio all’Italia vera, quella chiamata ai veri sacrifici, nonostante di euro ne guadagnino 19 volte meno, ma anzi quelli che contribuiscono da mezzo secolo al suo sfascio.
I presidenti di Camera e Senato hanno rassicurato a proposito della dose di sacrifici che saranno chiamati a sostenere i parlamentari italiani. Ma alla vera casta, si sa, piace imporre sacrifici e non farne, e appena si è parlato di tagli a vitalizi e privilegi è scoppiata la bagarre, dentro e fuori Montecitorio.
A partire da Alessandra Mussolini, che ha definito "istigazione al suicidio" la decisione di tagliare il vitalizio agli onorevoli, all’ex sottosegretario Guido Crosetto che teme reazioni inaspettate di alcuni parlamentari che non riuscirebbero a perdere parte del loro stipendio per una più alta e nobile causa. Ci sono poi i "parlamentari giovani", in prima legislatura dal 2008, che chiedono misure più severe anche per chi sta in Parlamento da più anni. E poi parlamentari come Giocchino Alfano che, in un’intervista al Corriere della Sera, spiega che: "Non arrivo a 5mila euro al mese e il mutuo pesa tanto". E la parlamentare del Pd, Marina Sereni, non prova nemmeno un pizzico di vergogna nel dichiarare che fa "la spesa alla Coop", quasi fosse una giustificazione ad intascare il lauto vitalizio senza neppure pensare a un sacrificio. E Giuliano Amato, come anche fece da Lilli Gruber su La7, spiega che "adesso sono un privato cittadino, e non posso agire più in merito alla riduzione delle pensioni d’oro". Ma lui, l’ex Presidente del Consiglio, di euro ne intasca ben 31mila al mese lordi. Una vergogna esagerata, quella dei parlamentari d’oggi e di ieri, bravi a imporre sacrifici agli italiani onesti, e così stitici nel mettersi le mani in tasca e contribuire anch’essi alla manovra "Salva-Italia" e "Ammazza-Italiani".
Nel frattempo, è di un paio di giorni fa la notizia dell’aumento delle accise sull’oro nero, che farà aumentare ancor di più il costo della verde, del gasolio e del GPL alla pompa. La benzina arriva ieri a toccare il prezzo medio, sul territorio nazionale, di 1,715 euro al litro. Ed è solo l’inizio, perché molto presto scatteranno nuovi aumenti, i primi già dal mese prossimo. Poi l’adeguamento dell’Iva e la possibilità per le regioni di applicare nuove addizionali. Il tutto senza contare le eventuali oscillazioni del prezzo del petrolio. E la casta piange di fronte all’eventualità di dar l’esempio. Come siamo caduti in basso…
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