Dopo la Margherita-Dl, anche ‘la politica tout court esce mortificata ed infangata dalla odiosa condotta di Luigi Lusi, prima predatoria e poi calunniosa’. E’ la sintesi della denuncia per calunnia presentata oggi alla Procura di Roma da Francesco Rutelli, tramite l’avvocato Titta Madia, dopo la pubblicazione di parti dell’interrogatorio di garanzia al quale l’ex tesoriere del partito e’ stato sottoposto sabato scorso nel carcere di Rebibbia.
‘Una denuncia – sottolinea l’attuale presidente dell’Api – per la mostruosa e grossolana attivita’ calunniatrice operata in mio danno da Lusi. Pur non essendo al corrente dei contenuti dell’interrogatorio – si legge nell’atto di sei pagine sottoscritto da Rutelli – l’informato resoconto riportato dalla stampa e ampliamente sufficiente per cogliere la devastante portata calunniatrice’.
Rutelli poi passa a descrivere punto per punto quelle che ritiene essere le incongruenze delle versioni fornite da Lusi alla magistratura: ‘Si conferma – e’ detto nella denuncia – che non esiste alcun nesso tra il ladrocinio architettato, organizzato e gestito dall’ex tesoriere e le legittime attivita’ politiche della Margherita-Dl’. Soffermandosi sulla corrispondenza tra lui e Lusi, depositata da quest’ultimo al gip Simonetta D’Alessandro, Rutelli cita una mail ricevuta il 24 ottobre 2009 che ‘documenta significativamente il tentativo di Lusi, poi frustrato, di farsi nominare, nei fatti e subito, liquidatore del partito con pieni poteri; la mia lagnanza sul mancato pieno utilizzo dei fondi attribuiti dal Parlamento europeo al Pde e’ fin troppo ovvia, ed emersa in modo trasparente nelle sedute del Pde’. L’ex presidente della Margherita ribadisce poi con decisione che non e’ mai esistito quel ‘patto spartitorio’ denunciato da Lusi anche ‘se nulla lo renderebbe illecito, ne’ illegittimo’.
Riprendendo poi la parte di deposizione di Lusi relativa all’indicazione di Rutelli quale suggeritore della necessita’ di investire parte della liquidita’ della Margherita in immobili, il presidente dell’Api parla di una versione calunniosa ‘sia che venga attribuita interamente al sottoscritto, sia ad una cosiddetta ‘corrente rutelliana” ed e’ ‘radicalmente falsa e gravissimamente calunniosa’. E cio’, scrive Rutelli nella denuncia, in quanto ‘non e’ mai esistito e non esiste qualsiasi atto scritto riferibile a tale ‘mandato fiduciario’. E’ fuori da ogni logica che il fiduciante non abbia una dichiarazione scritta rilasciata dal fiduciario che lo tuteli nel caso di inottemperanza del patto fiduciario’.
Non solo. Per Rutelli ‘le dichiarazioni in atti della moglie di Lusi dimostrano, al contrario, che scopo dell’imputato era di acquisire tale patrimonio per la propria carriera politica e comunque per se e la propria famiglia. Non puo’ darsi mandato fiduciario per operazioni immobiliari in capo esclusivamente alla famiglia dell’imputato, in localita’ (ad esempio Capistrello) solo a lui riferibili, con acquisto e costosi restauri di beni da lui utilizzati per se o per i suoi familiari’. Insomma, per Rutelli l’insostenibilita’ della tesi sul ‘mandato fiduciario’ e’ rappresentata dal fatto che questo avrebbe dovuto contemplare ‘la costituzione di una holding canadese, l’acquisto e l’affitto a se stesso (Lusi, ndr) di immobili, la riduzione del patrimonio da 13,5 a 8,5 milioni, il pagamento in nero di ulteriori circa 4 milioni e il coinvolgimento di un numero indefinito di cofiduciari’. ‘Se tale fosse -afferma Rutelli- l’esercizio di un ‘patto fiduciario’, con la finalita’ di accantonare e mettere al sicuro delle somme trafugate dalla Margherita, ben piuttosto si tratterebbe di uno sperpero dissennato del patrimonio’. Per Rutelli, in conclusione, e’ ‘evidente che Lusi ha voluto colpirmi, facendo ‘pagare’ il mio impegno, svolto senza incertezze, ad assicurare alla giustizia i responsabili di gravissimi reati che offendono, oltre che il patrimonio economico e morale della Margherita, anche la politica tout court’.
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