L’attuazione delle riforme e la modernizzazione della Romania è stato l’impegno prioritario e costante di Traian Basescu, il presidente conservatore che la maggioranza di centro-sinistra ha destituito oggi. Sara’ il popolo a confermarlo o meno nella sua carica di presidente oppure a defenestrarlo nel referendum che si svolgera’ nelle prossime settimane.
Ex capitano di Marina, il presidente romeno e’ nato a Basarabi, in provincia di Costanza, il 4 novembre 1951. Sposato e padre di due figlie, la piú piccola delle quali, Elena, e’ parlamentare europea tra le file del Pdl (opposizione conservatrice), si e’ laureato nel 1976 presso la Facolta’ di Navigazione per poi entrare nella Marina romena come ufficiale nello stesso anno. Nel 1981 e’ nominato capitano di lungo corso e successivamente, nel 1987, capo dell’agenzia Navrom, l’Istituto statale che controlla la navigazione in Romania. Entra nel mondo della politica a cavallo della rivoluzione anti-Ceausescu, diventando direttore generale dell’ispettorato di Stato della navigazione civile nel quadro del ministero dei Trasporti, del quale diventa ministro nel biennio 1991-92. Per quattro anni è deputato del Parlamento, poi è nuovamente ministro dei Trasporti nel quadriennio 1996-2000, durante i governi Ciorbea, Vasile e Isarescu (attuale governatore della Banca Nazionale, Bnr). Il grande salto verso la presidenza della Repubblica avviene dopo il mandato al Comune di Bucarest, dove è sindaco dal 2000 al 2004. In quest’anno si presenta alle elezioni presidenziali per spezzare l’egemonia del Psd (socialdemocratici) e, a sorpresa, ci riesce puntando sulla lotta alla corruzione e battendo Adrian Nastase (qualche giorno fa condannato a due anni di reclusione proprio per il finanziamento illecito di quella campagna elettorale) di misura al secondo turno: 51.23% per Basescu, 48.77% per Nastase. La sua popolarità continua a crescere una volta insediatosi a palazzo Cotroceni. Il suo populismo e la sua schiettezza lo rendono simpatico a quella parte della popolazione che vuole un cambiamento radicale soprattutto in termini di trasparenza e legalità nell’ambito politico. Resiste anche ad una mozione di sfiducia da parte del Parlamento nel 2007, quando un referendum popolare lo conferma largamente (74% di voti a favore) nelle sue funzioni di presidente. Nel dicembre 2009 è Geoana a sfidarlo nelle presidenziali. L’uomo nuovo del Psd sembra favorito, dopo alcuni scandali a sfondo razzista che minano la popolarità del presidente e una stagnazione economica che fa capolino, ma un grossolano errore in campagna elettorale spalanca ancora la strada a Basescu che viene rieletto presidente per un pugno di voti: 32.44% contro 31.15%, con il resto delle preferenze che vanno a Crin Antonescu, che di lí a poco entrerà in coalizione con il Psd pur essendo del partito liberale. La crisi economica e le dure imposizioni di Fmi e Banca Mondiale non hanno giocato a favore di Basescu, e pertanto il risultato al prossimo probabile referendum rischia di essere ben diverso da quello del 2007.
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