Il caso del benzinaio ucciso ieri alle porte di Roma continua a fare discutere. L’omicidio è avvenuto sulla via Aurelia, fra Ladispoli e Cerveteri. Si è trattato di una rapina, a quanto pare, anche se i carabinieri per ora non escludono altre piste. I due uomini che sono arrivati in moto alla pompa di benzina e che hanno fatto fuoco, sono ricercati in tutta la zona.
La vittima si chiamava Mario Cuomo e ieri era il suo 62esimo compleanno. Il passeggero della moto gli ha sparato alla testa e all’addome. Anche il fratello di Mario si è beccato una pallottola, alla spalla: è ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma, grave ma non in pericolo di vita.
L’unico a salvarsi è stato Alessandro, figlio di Mario. Ecco il suo racconto: "È stato un attimo. Un tizio ha gridato: ‘Dacci i soldi!’. Zio gli ha risposto: ‘Non ti dò un ca…’. Allora, dopo un paio di secondi di trambusto, si sono sentiti i colpi: bum, bum, bum. Quando sono corso a vedere – mamma mia – papà stava lì per terra, con un lago di sangue che si allargava tutto intorno alla testa". Una scena da film, ma è tutto vero. "E’ successo tutto in un istante", racconta ancora il figlio 39enne, titolare di una tabaccheria e padre di un bambino.
Il killer avrebbe sparato per poco meno di mille euro. Anche questo desta sospetti: possibile che il delinquente abbia fatto fuoco per quattro soldi?, commentano gli abitanti di Ladispoli e Cerveteri. C’è chi pensa così a una esecuzione in piena regola.
Intanto i gestori delle pompe di benzina sono pronti a scioperare, per attirare l’attenzione delle autorità sulla troppo poca sicurezza. In una nota, Maurizio Micheli – presidente della Federazione italiana gestori impianti stradali carburante – denuncia: "L’ennesima rapina ai danni di un impianto di carburante, questa volta conclusasi tragicamente con l’uccisione di un collega, alla famiglia del quale va tutta la nostra affettuosa vicinanza, deve far seriamente riflettere. Non è più possibile rimandare, infatti, ciò che noi gestori chiediamo da tempo: ossia una ristrutturazione delle pompe di benzina". Sono necessari "sistemi di sicurezza, telecamere e box blindati", e di questo "devono farsi carico" le istituzioni e le compagnie petrolifere. Alle forze dell’ordine, Micheli rivolge un "sentito appello": più controlli, in particolare durante l’orario di chiusura degli impianti.
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