Le decisione, da parte del governo, di rinviare le elezioni dei Comites, è “una buffonata” secondo Mario Borghese, giovane deputato del MAIE, il Movimento Associativo Italiani all’Estero fondato e presieduto da Ricardo Merlo.
Dichiara Borghese: “Prima ci sono state le chiusure di Consolati, Ambasciate e Istituti di cultura all’estero, poi ci saranno i tagli che stanno arrivando con la nuova legge finanziaria, adesso tocca all’ennesimo rinvio del diritto dei cittadini italiani residenti all’estero a eleggere i propri organi di rappresentanza”. Quello guidato da Matteo Renzi è un governo, spiega Borghese, che non fa altro che prendere in giro e bastonare le comunità italiane nei cinque continenti.
Quello stesso governo che, qualche mese fa, “ha improvvisato un sistema di pre-iscrizione al voto per poter onorare la sua parola di tenere le elezioni entro il 2014, oggi si contraddice e, con il processo elettorale in corso, con i Comitati Elettorali già istituiti, con le liste di candidati già ammesse, a poco più di un mese dalla data fissata per le elezioni e a solo 9 giorni dalla scadenza del termine di iscrizione alle liste elettorale, dice: fermi tutti, si rinvia!”. Secondo Borghese “in qualsiasi lingua del mondo una misura così verrebbe chiamata buffonata. In tutto il mondo tranne in Italia, dove invece questa decisione è stata applaudita da esponenti della maggioranza di Governo e da alcuni esponenti dell’opposizione come ‘un gesto di attenzione verso gli italiani all’estero’, ‘una decisione molto opportuna’ e, persino, ‘una vittoria’. Trucchi dialettici che non riescono a mascherare ciò che davvero è: una pagliacciata!”.
Parole forti usate dal deputato del MAIE, che continua: “L’estemporanea decisione del Governo – che tra l’altro ha messo in difficoltà non pochi Consoli che avevano già firmato i contratti con le tipografie che stampano le schede e con le imprese postali per la spedizione dei plichi, viene giustificata come una scelta necessaria a garantire una maggior partecipazione degli aventi diritto al voto; cittadini italiani ai quali, qualche mese fa, lo stesso governo aveva imposto l’obbligo di manifestare l’intenzione di votare tramite il sistema denominato ‘inversione dell’opzione’. Una misura decisa da una maggioranza di Governo incapace di trovare le risorse necessarie per garantire il voto a tutti gli aventi diritto”.
“Bastava andare a vedere i risultati dell’affluenza al voto (il 5% degli aventi diritto) delle ultime elezioni politiche spagnole all’estero, in cui si è introdotta l’inversione dell’opzione (‘voto rogado’), per capire che cosa poteva accadere con i Comites. Invece no, tra noi c’era chi pensava di aver introdotto ‘un esperimento innovativo’ e che solo ora si rende conto che il numero limitato delle opzioni rischia di generare una limitazione del diritto di voto! Siccome, in materia degli italiani all’estero, perseverare nell’errore sembra essere il principio guida di questo esecutivo, l’unico rimedio trovato da questo governo al disastro è stato quello di rinviare le elezioni per dare un po’ più di tempo agli elettori per iscriversi, senza però garantire fondi per un’adeguata campagna di informazione e senza pensare di alleggerire i numerosi ostacoli: perché, per esempio, un viceconsole onorario non può ricevere la dichiarazione di opzione al voto?”.
“Meno male che sono politici e non medici, altrimenti avrebbero cercato di combattere un’infezione somministrando delle aspirine. Forse si raccomandano a qualche divinità pagana, pensando di ottenere, in aprile, il miracolo di un maggior numero di iscrizioni. Ma noi pensiamo che potrebbe non trattarsi soltanto di uno spostamento di date per dare maggior tempo alle iscrizioni. Potrebbe esserci ben altro: c’è il rischio che il rinvio riguardi anche i termini per presentare le liste. Se così fosse, sarebbe un castigo per coloro che hanno rispettato le regole e sono riusciti (non per grazia divina, ma grazie ad un vero e proprio lavoro politico) a raggiungere il numero di sottoscrizioni richiesto dalla legge, nei termini di legge. Sarebbe la consacrazione del principio ‘la legge è uguale per tutti solo se ci conviene!’. Una vera e propria rottamazione dei principi giuridici!”.
“Da più fonti, nonché della lettura di alcuni comunicati stampa, ci viene l’informazione che questa decisione di rinvio sia stata presa come conseguenza della pressione sul governo di qualche parlamentare – senatore – della maggioranza. Se l’informazione è esatta, sarebbe meglio che questo ‘potere di ricatto’ di qualche parlamentare, della maggioranza, fosse usato in occasione dell’approvazione della legge di stabilità: legge con la quale il Governo ha previsto nuovi tagli ai già esigui fondi per la diffusione della lingua italiana e per il sostegno delle scuole italiane all’estero, all’operatività dei patronati e ai fondi per le Camere di Commercio all’estero”.
“Se questi parlamentari torneranno a votare a favore dei tagli di questa finanziaria, allora possono rimandare le elezioni anche al prossimo secolo: gli italiani residenti all’estero – conclude Borghese – le diserteranno e non andranno a iscriversi per votare i loro gregari, no di sicuro!”.
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