Pierluigi Bersani non smette di criticare il governo guidato da Matteo Renzi, leader del Partito Democratico, dunque il leader del suo partito. Eppure Bersani sostiene di sentirsi “con tutti e due i piedi nel Pd" e quando sente dire "se non siete d’accordo allora andate fuori", la sua risposta e’ "no, vai fuori te che questa e’ casa mia".
L’ex segretario Pd, intervenuto alla convention di Area riformista a Bologna, ha spiegato di immaginare all’interno del Partito Democratico “un’area di sinistra larga", perche’ "la radice ulivista di questo partito non va dispersa". Il partito perde i colpi. I segnali da cogliere, per Bersani, non mancano: si e’ registrato "un dimezzamento degli iscritti e abbiamo assistito a fatti fenomenali, come il dato della partecipazione in Emilia-Romagna", dato anche da "una fetta importante che si e’ autosospesa, che ha detto ‘non vado da nessuna parte, ma ora mi fate capire’".
Continua l’ex ministro: "Non vogliamo andare verso soluzioni leaderistiche, ipermaggioritarie, con dei Parlamenti a servizio, partiti liquidi, forze sociali senza piu’ un ruolo e un sistema di rapporto squilibrato tra capitale e lavoro". Al contrario, "vogliamo andare verso un sistema proprio di una societa’ europea moderna", che sia "partecipativo e consensuale" e in cui "la famosa governabilità deriva da un buon equilibrio con la rappresentanza".
Dunque "partiti nuovi finche’ si vuole, ma strutturati, presenti e regolati", aggiunge Bersani. E quando "sento dire ‘tutti quelli che ci hanno preceduti, tutti quelli fin qui’, no eh – manda a dire Bersani, raccogliendo l’applauso della platea – non mi ammucchi Prodi con Berlusconi e neanche Visco con Tremonti". Perche’ "sostituire i concetti di destra e sinistra con i concetti di prima e dopo puo’ portarti a degli esiti indesiderati", avverte Bersani.
"Il patto del nazareno non corrisponde a quei principi di cui sopra? Numericamente non ne avevamo bisogno", dichiara Bersani: "Se l’opposizione non la si lascia fare al centrodestra, poi la fa la destra regressiva". Questo "e’ il modo di vincere? No, il nostro mestiere e’ l’Italia, bisogna vincere ma questo non esaurisce il nostro mestiere", continua l’ex segretario, dicendosi "preoccupatissimo che dalle periferie territoriali, sociali e culturali venga fuori qualcosa di fortemente regressivo".
Bersani poi parla di legge elettorale: se il testo della riforma rimane così com’è, assicura che l’area riformista del Pd non la voterà. Se non verrà modificato il testo, ci potrà essere una "incrinatura seria nel partito", ma è convinto che "si possa arrivare a discutere prima". "Nella denegata ipotesi, come dicono gli avvocati, che rimanga tal quale, sia la legge costituzionale sia quel progetto di elettorale – ha spiegato Bersani – io non sono in condizioni di votarla. Qui tocchiamo un tema profondo". Però "sono assolutamente convinto che ci sarà la disponibilità a ragionare". "Nei nostri statuti – ha precisato l’ex segretario – c’è l’eccezione alla lealtà nei temi di rango costituzionale, come è ovvio che sia. Certamente se ci fosse mai una rottura su questo punto, io non sottovaluto anche l’elemento di incrinatura seria e profonda. Per questo dico non succederà, si ragionerà".
Maurizio Landini in politica? “Piu’ che un soggetto politico o pre-politico", la coalizione sociale di Maurizio Landini, segretario della Fiom-Cgil, "mi sembra di leggerlo come un movimento, che magari mette in discussione, immagino, ma non tocca a me dirlo, anche un’idea di sindacato". Landini sta cercando di colmare un vuoto lasciato dalla sinistra Pd, che protesta ma poi fa passare le leggi del Governo? "Non mi riferisco a Landini, perche’ non so cosa voglia fare, ma non credo voglia mettersi in politica, per quel che lo conosco – risponde Bersani – ma le posizioni radicali ci sono sempre state a lato di una sinistra di Governo". Per Bersani "bisogna assolutamente dialogare con queste posizioni", ma allo stesso tempo "bisogna tradurre ispirazioni di sinistra dentro le politiche di governo. Certo, con un rapporto di forze che deve migliorare, questo si’, perche’ in alcuni passaggi non e’ stato soddisfacente".
IL TWEET DI BRUNETTA "Per Renzi l’Italicum non si tocca. Per Bersani va cambiato…e mo’? Con Berlusconi contro come la mettiamo? #matteostaisereno". Lo scrive su Twitter Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia.
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