Un orecchio al voto sulla legge elettorale, entrambi gli occhi sui provvedimenti economici da approvare mercoledi’ in consiglio dei ministri per quello "choc" necessario al paese. Cosi’ Matteo Renzi ha trascorso una giornata decisiva a Palazzo Chigi, al lavoro con Graziano Delrio ed in continuo contatto con il ministro Pier Carlo Padoan. Un gruppo ristrettissimo per evitare di scoprire le carte rispetto a richieste e veti sia dei partiti sia dei sindacati, verso i quali il premier rivendica autonomia a maggior ragione dopo i reiterati attacchi della leader Cgil Susanna Camusso che Renzi liquida con fastidio come "paradossali". Anche se il via libera finale alla legge elettorale arrivera’ solo domani, il passaggio di oggi per Renzi era cruciale.
Le quote rosa rappresentavano per il presidente del consiglio un test sulla presa di Silvio Berlusconi tra gli azzurri rispetto all’accordo siglato. Dopo aver cercato, fino all’ultimo incontro tra il ministro Maria Elena Boschi e Denis Verdini, un’intesa sulla parita’ di genere, il governo ha deciso la sua neutralita’ rimettendosi alla decisione dell’Aula. "Per il Pd le quote rosa andavano bene, il tema era politico, ovvero capire se Berlusconi riusciva a imporre la linea dentro Fi tra donne sulle barricate e malumori di vario genere", spiegano i renziani, sollevati anche in vista del passaggio della riforma in Senato dove i numeri sono tutt’altro che blindati come a Montecitorio. Ma, senza dare per scontato la riforma elettorale, Renzi e’ concentrato soprattutto sull’ormai ribattezzato "mercoledi’ da leoni".
Gli obiettivi del premier sono chiari: piani scuola e casa, con risorse gia’ definite; il ddl sul jobs act che prevede anche il sussidio di disoccupazione per due anni. E la riduzione delle tasse per sostenere i redditi medio-bassi attraverso il taglio del cuneo per 10 miliardi.
Al Tesoro come a Palazzo Chigi e’ corsa contro il tempo per trovare entro mercoledi’ le coperture, anche con scelte innovative come i tagli alle spese militari, F35 inclusi. Renzi ha in mente di agire sull’Irpef anche se, spiegano fonti di governo, "si valuta l’impatto di varie misure per capire quali agiscano di piu’ come choc all’economia".
Le somme si tireranno domani sera nel vertice previsto a Palazzo Chigi al rientro di Padoan da Bruxelles mentre tocchera’ al sottosegretario Delrio illustrare le prime misure del governo in un incontro con i capigruppo di maggioranza. Nessun confronto prima del consiglio dei ministri e’ previsto, invece, con i sindacati nonostante soprattutto la Cgil insista sulla necessita’ della concertazione. Anche oggi il segretario generale Susanna Camusso, al netto dei toni congressuali, ha accusato Renzi di "disattenzione verso il paese che ha gia’ pagato". Critiche che, a quanto si apprende, il presidente del consiglio non ha preso bene. "Renzi annuncia il taglio delle tasse ed il jobs act e in tutta risposta Susanna Camusso minaccia lo sciopero generale, e’ incomprensibile", attaccano i renziani. Convinti che mercoledi’, davanti all’approvazione delle misure, i sindacati si dovranno ricredere.
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