Matteo Renzi arriva a Napoli e la città si infiamma. Scontri manifestanti-polizia, fumogeni finiti anche su bus turistici, undici agenti e due attivisti feriti, polemiche al calor bianco con il sindaco. E’ stata davvero una giornata di fuoco. Basta dare una occhiata ai video che pubblichiamo in questa pagina.
Il premier risponde a modo suo alle proteste di comitati civici, centri sociali, studenti e disoccupati: "Possono insultare, minacciare, tirare sassi e lacrimogeni. Noi siamo piu’ forti delle minacce e piu’ decisi dei loro insulti". Avanti tutta, insomma, su quella che sara’ "la piu’ grande opera di recupero ambientale della storia italiana", promette Renzi. Il capo del governo si dice “quasi affezionato” alle proteste: "Tutte le volte che vengo a Napoli ho delle contestazioni molto veementi. Esprimo solidarieta’ agli 11 agenti feriti, tutti lievemente. Sono grato alle forze dell’ordine. E se qualcuno pensa che, visto il comitato d’accoglienza, io non torni a Napoli, credo che tornero’ una volta al mese".
Ma gli scontri sono stati pesanti. Il corteo attraversa la citta’ in modo pacifico fin quando, sul lungomare, una parte dei manifestanti prova a forzare il cordone delle forze dell’ordine. In pochi istanti e’ il caos: lancio di pietre e di fumogeni, idranti in azione per disperdere i manifestanti. I gas avvolgono anche auto private e bus turistici in transito, senza conseguenze per gli occupanti. Due manifestanti e undici agenti invece restano feriti, uno dei poliziotti finisce in ospedale. Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris attacca: "E’ una torbida saldatura tra presunto interesse pubblico e ben individuato interesse privato. Questa e’ una grande battaglia democratica e Renzi la perdera’, stia sereno. Non si metteranno le mani sulla citta’ fino a quando ci sara’ gente con mani pulite che difende la Costituzione".
La replica del premier arriva in un forum del quotidiano Il Mattino: "Siamo al quinto anno di amministrazione cittadina: se avessero fatto quello che potevano e dovevano non avremmo avuto bisogno di commissariamento. Siamo qui perche’ altri non hanno fatto".
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