Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Affari Esteri del Senato, è molto impegnato in questa campagna referendaria. Incontri sul territorio, interviste in televisione e sui giornali, confronti pubblici.
ItaliaChiamaItalia lo ha raggiunto telefonicamente per chiedergli quali fossero le ragioni del suo Sì e lui ci ha risposto così: “Innanzitutto per ribadire il voto che, a più riprese, ho formulato in Parlamento. In secondo luogo, perché rispecchia l’impegno che ho sempre manifestato per le riforme sin dai tempi della commissione D’Alema di cui facevo parte. Inoltre, perché non ho dimenticato l’applauso tributato al presidente Napolitano in Parlamento, quando ci invitava a realizzare le riforme in questa legislatura. Infine perché oggi gran parte di chi si è schierato per il no lo fa solo in funzione anti-Renzi. Si tratta di una battaglia politica che nulla ha a che vedere con il contenuto della riforma”.
Senatore, gli italiani all’estero stanno già votando. Qual è il messaggio di Casini ai connazionali residenti oltre confine in occasione di questo referendum?
L’Italia ha bisogno di riforme. La vittoria del sì renderà questo Paese più governabile, più semplice e più capace di attrarre investimenti stranieri. Viceversa, se vincerà il no l’Italia sarà meno competitiva e daremo la dimostrazione che non siamo in grado di riformarci.
Avrà seguito le polemiche sul voto estero. Già si parla di possibili brogli e irregolarità. Addirittura il Comitato del No mette le mani avanti e dichiara che se all’estero dovesse vincere il Sì, presenterà ricorso. I voti degli italiani nel mondo valgono meno di quelli in Italia?
Assolutamente no. I voti valgono tutti allo stesso modo. Queste sono solo polemiche senza fondamento e finalizzate solo a innalzare i toni del confronto alla vigilia di un voto importante.
Secondo lei cosa farà Renzi se dovesse perdere la sfida del referendum?
Renzi ha già detto che non vorrebbe restare a galleggiare. Ma abbiamo un Presidente della Repubblica che saprà stabilire le modalità con cui la legislatura proseguirà.
Berlusconi ha detto che l’unico leader in Italia oggi si chiama Matteo Renzi. Lei è d’accordo?
Renzi sicuramente lo è e allo stato attuale non vedo alternative credibili. Ma non poniamo limiti alla provvidenza.
Un Nazareno bis è ancora possibile?
La vera sfida per Forza Italia è non diventare a trazione leghista. Io ritengo che oggi i moderati abbiano una sola strada: aiutare Renzi ad evitare che il Paese finisca nelle mani di Grillo e dei populisti.
I social sono diventati ormai collezioni di insulti nei confronti di chi esprime una opinione diversa. Che sta succedendo in Italia? L’aggressività dal virtuale potrebbe arrivare al mondo reale?
Gli insulti qualificano sempre chi li fa, non chi li riceve. Purtroppo, negli ultimi tempi, si è sempre più diffusa l’abitudine a imbarbarire il confronto politico con simili comportamenti, ma non credo che l’aggressività virtuale possa tradursi in aggressività reale.
In conclusione, l’appello di Casini a chi leggerà questa intervista: perché votare sì?
Perché abbiamo un’occasione unica per far ripartire l’Italia. Nessuno parla più del merito di questo referendum. Si discute di tutto, tranne che dei contenuti. Eppure, ci sono aspetti che sono di una rilevanza assoluta. Ad esempio, la clausola di supremazia dello Stato sulle Regioni. Il nostro è un Paese in cui i troppi veti scoraggiano gli investitori stranieri. L’eccessiva burocratizzazione locale è un ulteriore elemento di blocco e, su questo, è giusto che lo Stato centrale si riservi l’ultima parola. Oggi non c’è dubbio che il grande confronto è fra chi ha una ricetta per risolvere i problemi e chi li agita per prendere il consenso popolare: la scelta è fra riformismo e serietà da una parte e demagogia e irresponsabilità dall’altra.
Discussione su questo articolo