Quelli del Pd all’estero sono in piena campagna per il sostegno al proprio candidato alla segreteria dem, Gianni Cuperlo, il pupillo di Pierluigi Bersani. Nascono comitati pro Cuperlo dalle Americhe all’Australia, passando per l’Europa. Il "bello e democratico" piace agli italiani nel mondo, o piace piuttosto ai funzionari e ai coordinatori piddini che non vogliono la svolta targata Matteo Renzi?
A via del Nazzareno hanno paura del sindaco di Firenze. Se davvero dovesse vincere lui le primarie del Pd, sarebbe una piccola rivoluzione: ciò che è stato fino ad oggi cesserà di essere. Via le correnti, sì alla riduzione dei parlamentari, stop deciso e vero – senza ipocrisie e prese in giro – ai rimborsi elettorali: Matteo vuole un Partito Democratico largamente vincente, che non ripeta la promessa di "smacchiare il leopardo" arrivando poi a perdere elezioni che sembravano una passeggiata.
Certi personaggi del Pd, certi anziani del partito, alcuni giovani in realtà più vecchi di coloro che hanno i capelli bianchi, probabilmente con l’arrivo dell’ex rottamatore scomparirebbero. E’ quel mondo legato ancora ai vecchi schemi della falce e del martello, dell’Unità sotto il braccio, ai salotti inconcludenti, pieni di aria fritta; a quel filo rosso con la Cgil, ai patronati, alla nomenclatura.
A capo del dipartimento Italiani nel mondo del Pd c’è Eugenio Marino. Calabrese doc, persona di grande attivismo e di forte volontà, Marino ha sostenuto Bersani alle ultime primarie del Pd. E lo stesso hanno fatto gli eletti all’estero del partito. Ora, tutti si schierano con Cuperlo, e attraverso la propria rete di contatti mettono in piedi comitati pro Cuperlo qua e là: chissà fino a che punto le persone che compongono tali comitati sono davvero convinte della propria scelta di facciata. Chissà se in fondo non vorrebbero sostenere Renzi, la sua svolta, la sua voglia di cambiamento.
A dirla tutta, all’estero qualcuno riesce ancora a ragionare con la propria testa, anche a sinistra, senza dipendere come burattini da Roma. E’ il caso di un gruppo di esponenti Pd in Svizzera – Maria Bernasconi (Lugano), Alessandro Corradi (Berna), Paolo Da Costa (Zurigo), Ferdinando D’Agostino (Mendrisio), Dino Nardi (Zurigo) – che nei giorni scorsi sono usciti con una dichiarazione congiunta in favore di Renzi: "Siamo convinti che Matteo Renzi sia l’uomo adatto a prendere in mano le sorti del Partito Democratico, per cambiarlo, rinnovarlo e portarlo finalmente alla guida della nuova Italia", hanno scritto. (DOPO LA PUBBLICAZIONE DI QUESTO EDITORIALE, CI HA SCRITTO IL PD GERMANIA ANNUNCIANDO UN COMITATO PRO RENZI ANCHE IN TERRA TEDESCA)
Come osservatori, riteniamo che Renzi rappresenti davvero, per il Pd, la possibilità di una rinascita. Cuperlo può anche avere un bel paio di occhi azzurri e un eloquio articolato ed elegante, può anche essere sensibile e intelligente, ma – per dirla con il Cavaliere – non ha il "quid": Renzi, piaccia o no, appassiona le masse, parla di temi vicini alla gente, propone soluzioni concrete e coraggiose ai problemi del Paese. Il primo cittadino del capoluogo toscano rivoluziona il pensiero dominante del partito persino quando dice che vuole i voti di PdL e M5S: perché non cercare di coinvolgere anche i delusi delle altre forze politiche? Perché la sinistra non può pescare consensi a destra? A noi sembra un ragionamento logico, ma ai vecchi comunisti con la puzza sotto il naso questo non piace. Vogliono essere rossi fino in fondo, non vogliono annacquamenti. E, per mantenere la purezza della propria dottrina, sono disposti persino a perdere.
Per fortuna, per l’Italia e per la politica del nostro Paese, Renzi vincerà la prossime primarie Pd. La sinistra, con lui, potrà diventare davvero una sinistra riformista, europea, moderata, che si muova in presa diretta con la società italiana. Renzi è lontano dai temi degli italiani nel mondo? Forse. Certo è che non ne ha mai parlato durante la sua campagna elettorale. Ma non l’ha fatto nemmeno Cuperlo. E non l’hanno fatto gli altri candidati alla segreteria. Dunque, non si capisce nemmeno perché gli italiani nel mondo dovrebbero contribuire a eleggere segretario qualcuno che nemmeno di italiani nel mondo parla. Ma, visto che noi al fatto che la politica italiana ignori completamente i connazionali oltre confine ci siamo abituati, e persino rassegnati, contiamo sul fatto che Renzi possa convincere anche gli italiani all’estero. Che sono tanti. E che vogliono essere rappresentati da qualcuno che vale e che sa farsi sentire.
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