A Brindisi con i gattini abbandonati. O a Roma, collaborando affinche’ i media europei siano piu’ parziali e liberi. O, ancora, a Napoli, con i ragazzi di periferia. Con l’avvicinarsi della fatidica data in cui il Tribunale di Milano decidera’ il futuro di Silvio Berlusconi – domiciliari, servizi sociali o carcere – il leader di Forza Italia e’ ‘ricercatissimo’ da associazioni di ogni tipo, pronte ad ospitarlo nel caso in cui il 10 aprile i giudici optino per l’affidamento ai servizi sociali.
"Quella dei servizi sociali e’ la soluzione piu’ ridicola per una persona della mia eta’, una persona di stato, di sport e di impresa", affermava solo 6 giorni fa Berlusconi in vista di una decisione che, anche in caso di domiciliari, per il leader azzurro sara’ a tinte fosche. Ma l’opzione dei servizi sociali sarebbe tutt’altro che sgradita a diverse associazioni che, come nell’agosto scorso, nei giorni immediatamente successivi al verdetto della Cassazione, si sono lanciate per ospitare l’ex premier. E’ il caso dell’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (Aidaa) che, per voce del suo presidente Lorenzo Croce, ha ribadito al tribunale di sorveglianza di Milano le tre opzioni gia’ indicate in estate: "accudire i micetti nel rifugio di Brindisi, il servizio presso la scuderia dell’Unicorno di Corciano, in provincia di Perugia o il servizio di dog sitter per cani degli anziani da svolgere a Milano o Roma".
Ma ad inseguire Berlusconi sono anche due organizzazioni, European Alternatives e Alliance Internationale des Journalistes, che hanno dato vita all’Iniziativa dei Cittadini Europei per il Pluralismo dei Media e che si occupano, quindi, di diritti dei media, liberta’ digitali, conflitto di interessi. "Offriremo a Berlusconi la possibilita’ di redimersi attraverso l’autentica espiazione delle sue colpe: potra’ rendersi utile, in una nemesi perfetta, in progetti europei volti a contrastare il conflitto di interesse e con programmi educativi a favore della trasparenza e della liberta’", recita l’istanza inoltrata dalle due associazioni. A loro, inoltre, vanno aggiunte tutte quelle onlus che gia’ quest’estate avevano cercato Berlusconi. Come ‘Il tappeto di Iqbal’ che, da Barra, periferia Est di Napoli, gli aveva offerto la possibilita’ di "togliere i ragazzi dalla strada", dove sono preda della criminalita’ organizzata, vestendosi "da clown". O come l’associazione del ligure don Valentino Porcile, che aveva invitato l’ex premier a Sturla per "scoprire come sta davvero una famiglia che non arriva a fine mese, vedere chi e’ un tossicodipendente o una prostituta" straniera "costretta a vendersi in Italia".
Un invito era giunto anche da Mario Capanna, leader di Democrazia Proletaria e oggi alla guida della Fondazione Diritti Genetici. "Tra condannati (io per ”reati” derivanti dalle lotte studentesche, di cui vado fiero) ci si intende", aveva sottolineato Capanna, avanzando la sua proposta ‘indecente’.
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