In Campania è scoppiato il caso del governatore Vincenzo De Luca, che è coinvolto in un’indagine che ha visto coinvolto il magistrato che di fatto gli ha permesso di governare la Regione, nonostante la condanna precedentemente ricevuta in primo grado (quando era sindaco di Salerno) e la "Legge Severino" che ne sancisce l’interdizione dai pubblici uffici. Ergo, stando alla "Legge Severino", De Luca sarebbe stato ineleggibile.
Ora, il premier (nonché segretario del Partito Democratico) Matteo Renzi, non dice nulla e non chiede le dimissioni di "Vicienz", De Luca secondo la denominazione popolare. Il motivo di ciò è molto semplice: Vincenzo De Luca non può essere dimissionato da Renzi perché ha avuto l’appoggio da quegli ex-pezzi del centrodestra che oggi fanno riferimento a Denis Verdini e che appoggiano la sempre più traballante maggioranza che regge il governo.
Pensiamo, per esempio, alla lista civica di Vincenzo De Luca, in cui erano entrate persone come Franco Malvano, il quale nel 2006 era il candidato di centrodestra alla poltrona di sindaco a Napoli. Ergo, se salta De Luca rischia di saltare anche Renzi. Questa tesi è sostenuta da vari giornali ed è quantomeno plausibile. Quindi, il caso Campania potrebbe intrecciarsi con le sorti del governo.
Insomma, dietro al caso De Luca vi è la solita questione della sopravvivenza del governo presieduto a Renzi. Io penso che l’errore sia stato fatto dal Partito Democratico, il quale ha permesso a De Luca di candidarsi alle primarie che l’hanno portato alla candidatura e alla vittoria alle elezioni regionali, elezioni che sono state vinte di poco sul presidente uscente Stefano Caldoro, il quale non aveva affatto governato male. Evidentemente, il partito ha preferito non impedire all’ex-sindaco di Salerno di candidarsi alle primarie per vincere le elezioni regionali. Questo non è bene per la politica.
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