Ho letto con un po’ di delusione il regolamento per le “primarie” del PDL, diluite in un mese e mezzo di votazioni locali e messe tuttora in forse da qualche probabile “discesa in campo” di Berlusconi a gamba tesa, magari all’ultimo momento.
Mi auguro che siano primarie vere, ma che siano anche l’occasione di far crescere e non distruggere il partito tra polemiche o divisioni che non avrebbero senso.
Il PD nel duello Renzi-Bersani ha trovato una ragione di essere, ha stimolato un dibattito, una attenzione, una “verve” che sembrava avesse smarrito, ha fatto acquisire consensi. Vedremo se anche nel centro-destra ci sarà questa opportunità e la furbizia di coglierla.
Secondo me sarebbe stata più utile un’unica data e non uno stillicidio di appuntamenti in vista di una convention finale all’americana che rischia di non avere il tempo neppure di svolgersi – se non in chiave prettamente elettorale – visto che probabilmente si voterà il 10 marzo.
Bene ha fatto Alfano a chiedere subito un’unica data per le elezioni politiche e quelle regionali, assurdo andare a votare due volte in un mese, ma il rischio è di ritrovarsi con primarie svolte negli stessi giorni del deposito delle liste. Tra l’altro proprio Alfano sembra essere uscito finalmente dal cono d’ombra del Cavaliere: era ora, dimostri adesso le sue capacità!
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