Che Silvio Berlusconi avesse offerto a Mario Monti gia’ nei mesi scorsi la guida di un’aggregazione dei moderati non e’ un mistero per nessuno, anzi la decisione di annunciare il ‘passo indietro’ con un video messaggio sarebbe arrivata proprio dopo l’ennesimo colloquio con il premier in cui Berlusconi aveva notato una certa disponibilita’ a discutere i contorni di un rassemblement dei moderati. Ma, dirlo ufficialmente ieri nel corso della presentazione del libro di Bruno Vespa ed oggi davanti ai leader dei Ppe riuniti a Bruxelles (summit a cui ha preso parte anche il Professore) ha ‘spiazzato’ lo stato maggiore pidiellino, instillando una serie di domande e dubbi tra gli stessi ‘montiani’ che domenica si sono dati appuntamento a Roma. Una kermesse a cui prendera’ parte anche il segretario del Pdl Angelino Alfano. Certo, a quanto raccontano i fedelissimi, la presenza di Monti al summit del Ppe su invito ufficiale del presidente Martens pare non abbia fatto piacere al Cavaliere cosi’ come l’iniziativa in programma domenica a Roma organizzata da una serie di fondazioni che orbitano intorno al Pdl pronte a dare l’addio al Cavaliere in favore di un sostegno al Professore.
L’ex capo del governo si e’ recato oggi a Bruxelles per provare ad uscire dall’angolo ma sopratutto per rilanciare ancora una volta la candidatura di Monti a leader dei moderati: Se Monti si candida senza un’intesa con noi – e’ il ragionamento fatto poi con i suoi – si assumera’ la responsabilita’ di consegnare il Paese a Bersani, e cioe’ ad un partito che non va oltre il 30%. Ma e’ proprio la strategia poco chiara dell’ex capo del governo (l’idea di candidarsi in prima persona se Monti dira’ di no resta sul tavolo) a far discutere il partito che si appresta a dividersi non solo in ex Fi ed ex An ma, anche tra ‘piu’ o meno’ ‘montiani’. E mentre Mario Mauro, capo delegazione degli eurodeputati pidiellini e’ in viaggio per Roma per partecipare ad una riunione ristretta e riferire della giornata belga, i ‘pompieri’ pidiellini sono al lavoro per evitare che la manifestazione di domenica – organizzata da una serie di fondazioni che orbitano intorno al Pdl e a cui prendera’ parte un parterre di tutto rispetto (Alemanno, Frattini, Formigoni, Lupi, Sacconi, solo per citarne alcuni) si trasformi in un ‘strappo’ eccessivo prima ancora di conoscere le intenzioni del capo del governo. Tra i dirigenti del partito poi c’e’ anche chi ha storto il naso per la decisione di Angelino Alfano di prendere parte all’iniziativa. Tant’e’ vero che l’auspicio degli ‘assenti doc’ e’ che il segretario faccia un intervento per ‘contenere’ eventuali fughe in avanti. L’idea di una manifestazione per accreditarsi come la parte piu’ montiana del partito fa discutere ecco perche’ diversi esponenti del partito tra cui Renato Brunetta per tutto il giorno hanno discusso soluzioni alternative.
Raccontano che l’ex titolare della Funzione Pubblica abbia contattato diversi parlamentari (si fanno i nomi di Maria Stella Gelmini, Laura Ravetto e Nunzia De Girolamo) per lavorare ad un documento alternativo e magari dar vita ad una ‘contro manifestazione’. Nel partito infatti le teorie su cosa possa accadere sono molteplici: C’e’ una parte di dirigenti, comunque non ostile a Monti che invita alla cautela i colleghi piu’ oltranzisti mettendoli in guardia dal rischio di un Pdl diviso e, quindi, meno forte, e dalla non certezza di essere messi in lista ‘bussando’ alle porte del Professore: i posti andrebbero infatti contrattati con Casini, Fini e Montezemolo, solo per citare i piu’ noti. A fare da contraltare, pero’, ci sono quanti sostengono che rimanere con il Cavaliere – giunti a questo punto – non fornisca piu’ alcuna garanzia: sara’ Berlusconi con i suoi uomini a decidere chi rimettere in lista, con posti limitati e collegi sempre meno sicuri.
Discussione su questo articolo