"Renzi è intelligente, ha capito la sostanza del ragionamento che ho sempre cercato di fare: un partito si definisce per la sua missione storica, per la sua funzione nazionale". Così Alfredo Reichlin, 90 anni il 26 maggio, ex dirigente del Pci, in una intervista all’Espresso commenta il fatto che il premier abbia adottato la sua formula partito della Nazione introdotta in un editoriale pubblicato dall’Unità all’indomani delle europee del 2014, con il Pd al 41 per cento.
Del fatto che Renzi non gli abbia mai telefonato dice: "Si vede che non ha mai sentito questa curiosità…". E aggiunge: "A volte penso che abbia lo stesso difetto di Craxi, la scarsa fiducia negli altri, nessuno gli è abbastanza vicino da tranquillizzarlo" ma "cosa sarebbe del progetto di Renzi se dovesse rompere con la sinistra? Lo vedo frequentemente tentato dal fare l’equazione tra la sinistra e il vecchio. Ma avverto in lui una preoccupazione. Renzi sa che non si fa un partito del 40 per cento che vuole rappresentare il Paese nel profondo senza un rapporto con l’elettorato di sinistra e le sue rappresentanze".
Manda un messaggio alla minoranza Pd: "Anch’io vedo le chiusure di Renzi. Ma non mi sembra che ci sia nel Paese la richiesta di un nuovo partito di sinistra. Mentre all’interno del Pd c’è ancora uno spazio enorme per una sinistra nuova. A condizione che smetta di dividersi e elabori una proposta politica ricostruttiva, concreta, inclusiva, aperta".
"Un peso decisivo nella crisi lo ha avuto l’accettazione anche da parte della sinistra del ‘pensiero unico’, la corsa spensierata verso la marginalizzazione delle funzioni dirigenti del pubblico e dello Stato in nome di una fiducia illusoria nel mercato. Siamo diventati liberali mentre il paese ci affidava un potere enorme, dai comuni alle regioni al governo nazionale". E’ su questo che il Pd è stato sconfitto negli anni passati, "ma è anche il grande limite di Renzi, il ‘cambiare verso’ che lui non sa fare. Aggiungiamo il grande vuoto politico e morale che si è creato in questi decenni. Un vuoto enorme, senza precedenti, certo non riempito da esperienze deludenti come quelle dei tecnici alla Monti".
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