"Quando mesi fa dicevo: cosi’ non si regge, non ha senso drammatizzare ogni giorno, e’ sbagliato annichilire il pluralismo, pericoloso fare la caricatura di tutti quanti hanno qualcosa di diverso da dire, mi guardavano strano, mi davano dello scissionista, non capivano perche’ dicessi certe cose". All’indomani dell’assemblea di gruppo che ha sancito la spaccatura del Pd sulla legge elettorale Giuseppe Civati interviene nel dibattito in corso tra i Democratici per mettere in guardia dal rischio di un non-ritorno.
"Ieri, in una posizione assolutamente defilata (quello che avevo da dire lo avevo gia’ detto e ho gia’ detto cosa faro’ con il voto in aula, l’unico che conta davvero) ho assistito a una riunione in cui i mediatori hanno rassegnato il mandato che ormai ritengono impossibile, le minoranze sono uscite dall’aula o comunque non hanno votato, i toni sono stati pesantissimi. Inutilmente pesantissimi, gli stessi che hanno accompagnato questa stagione politica fin dall’inizio. Come sa chi legge questo blog e non i retroscena dei giornali, tutta questa storia ha delle ragioni precise e c’e’ qualcuno che l’ha voluta proprio cosi’, che ha scelto una precisa strategia politica", spiega Civati.
Il deputato dem sottolinea di aver "personalmente segnalato i rischi di un partito che si spacca, che rinuncia a rappresentare un pezzo di se stesso, che ogni volta si ‘rompe’ un po’ di piu’. Lo vedo solo io questo scivolamento, preoccupa solo me questa metamorfosi? Non credo, sicuramente non piu’. Date la colpa a chi volete, anche a chi ha denunciato questa situazione fin dalla primavera di due anni fa, quando abbiamo iniziato ad assumere consistenti dosi di veleno. Anche a chi, pur potendolo fare, si e’ astenuto dal chiedere posizioni di governo e ruoli di potere, proprio perche’ c’era e c’e’ qualcosa che non va e che si fa fatica a sistemare. Date la colpa a chi volete, ma pensateci su. È gia’ molto, troppo tardi".
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