"Oggi nessuno si iscrive più a un partito. Per fortuna le ideologie sono finite, non siamo negli anni ’70 dove si era comunisti, socialisti ecc. E la politica non si fa solo nei partiti. La si fa anche nella propria dimensione professionale, nel rapporto con la comunità. Io faccio politica ma oggi non sto in nessun partito". Lo ha detto Stefano Parisi nel suo intervento alla Summer School di Confartigianato, presso l’Auditorium Antonianum, ribadendo così, implicitamente, come interpreta il suo ruolo nell’ambito della ristrutturazione di Forza Italia a cui lo ha designato Silvio Berlusconi.
"Non è vero che se vince il No al referendum sarà il caos. Ci deve essere un’alternativa liberale e popolare importante per ridurre la spinta dell’antipolitica che ha avuto risultati importanti ma non capacità di governo, come si vede a Roma e in altre città importanti". L’ex candidato a sindaco di Milano di Fi, scelto da Silvio Berlusconi per rilanciare Forza Italia, ha aggiunto che "per governare servono capacità ed esperienza, non solo nuovismo". "L’Italia deve avere – ha sottolineato – un’alternativa di governo seria, liberale e popolare".
Per questo, a Milano il 16 e 17 settembre una convention "fisserà i fondamenti di una cultura liberale con tutti quelli che vogliono ragionare e che non parteciperebbero a un’iniziativa di partito" ha affermato, ribadendo che il suo è un "ruolo di supporto ad una politica che voglia rigenerarsi".
Insomma, i partiti tradizionali non funzionano più, per cui ben venga un progetto alternativo capace di recuperare i milioni di voti. Silvio Berlusconi ne e’ convinto da tempo, ecco perche’ il progetto che Stefano Parisi gli ha illustrato a villa la Certosa ha incontrato subito il suo consenso. Berlusconi, che rimarra’ ancora in Sardegna dove sta proseguendo la riabilitazione (a cui ha aggiunto della fisioterapia specifica per un problema ad un piede), non ha nessuna intenzione di mettere il cappello sulla convention a cui lavora l’ex direttore di Confindustria: deve camminare in parallelo a Forza Italia in modo da testarne le reali potenzialita’ e capire il valore che puo’ portare al centrodestra. Un ragionamento pienamente condiviso da Parisi che non ha nessuna intenzione di finire nel tritacarne delle polemiche interne a Forza Italia. E non e’ un caso infatti che anche nel comunicato diffuso dagli uomini del Cavaliere si metta in evidenza non solo che l’evento di Parisi e’ "distinto e separato dall’attivita’ di Forza Italia" ma soprattutto si sottolinea come la platea a cui guarda non ha nulla a che vedere con la ‘vecchia’ politica.
Che il Cavaliere sia abituato a giocare su piu’ tavoli non e’ un mistero ecco perche’ il progetto di Parisi non solo e’ utile perche’ rappresenta una novita’ ma, in chiave piu’ interna, rappresenta un segnale diretto soprattutto ai colonnelli azzurri. Dopo la kermesse infatti si aprira’ il ‘file’ su Forza Italia.
Entro fine settembre infatti Parisi dovra’ presentare all’ex premier una relazione su cui riorganizzare il partito. Il Cavaliere e’ consapevole delle tensioni interne ma, a quanto raccontano i suoi fedelissimi, non e’ minimamente preoccupato: piu’ attaccano Parisi – e’ il ragionamento – e’ piu’ rafforzano la sua posizione di vera alternativa.
Che la convivenza tra l’ex manager e la classe dirigente azzurra sia forzata non e’ un mistero e lo dimostra proprio il ‘gelo’ tra le parti. Se Parisi lavora alla sua convention (venerdi’ sara’ a Fiuggi al convegno di Antonio Tajani) i big azzurri non sono da meno nell’organizzare iniziative e confronti politici. Tra i piu’ attivi Giovanni Toti. Il governatore ligure, uomo simbolo del cosiddetto asse del Nord con la Lega ha in programma una ‘trilateral’ con i presidenti di Lombardia e Veneto, Roberto Maroni e Luca Zaia che sara’ replicata a meta’ ottobre da Maroni mentre venerdi’ prossimo sara’ tra gli ospiti del tradizionale raduno della Lega Nord a Pontida. Una presenza insieme agli altri governatori che pero’ la dice lunga sulla solidita’ dei rapporti con il Carroccio di Matteo Salvini. Il leader della Lega d’altronde non ha mai nascosto lo scetticismo per il progetto di Parisi, soprattutto se tra gli interlocutori ci sono i centristi di Alfano.
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