Domenica scorsa al prestigioso Teatro San Carlo di Napoli si è inaugurata la stagione lirica 2015/2016 con l’opera di Bizet, Carmen, alla presenza di varie cariche Istituzionali, tra cui il Sindaco De Magistris, il Governatore De Luca e il dodicesimo Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella; tutti rigorosamente nel palco reale.
Un cast formidabile diretto dall’eccezionale Maestro indiano Zubin Metha che si è distinto come sempre per competenza e professionalità. Tra i cantanti chi ha colpito profondamente è stato il soprano Eleonora Buratto che ha mandato gli spettatori in delirio. Brava sia nel canto che nel recitativo, ma soprattutto vera e con un’interpretazione profonda che colpisce e affonda lo spettatore rapendolo e trascinandolo con sè.
Nell’intervista con ItaliaChiamaItalia il soprano mantovano commenta la Prima di Carmen, descrivendo la sua Micaela, ricorda gli studi fatti sotto la guida del tenore Pavarotti e si racconta tra emozioni e impazienza per un 2016 che la vedrà in importantissimi appuntamenti tra i quali il debutto al tempio della lirica, ossia al Met di New York.
Hai trionfato nel ruolo di Micaela in Carmen. Quali emozioni hai provato?
Tante emozioni diverse. Quello di Micaela è un ruolo bellissimo e poetico, lo amo. Micaela non è solo il personaggio “regolare” e positivo nell’opera di Bizet ma ha una fisionomia musicale e drammatica straordinaria. L’aria «Je dis que rien ne m’épouvante» è di una bellezza notturna perfetta. Debbo avere trasmesso al meglio tutto questo al pubblico di Napoli!
Un commento sulla Premiére al San Carlo di Napoli e sul pubblico?
C’era tanto entusiasmo in teatro, dovuto alla presenza del capo dello Stato, alla diretta Rai e a un direttore amatissimo a Napoli come Zubin Mehta. La regia e le luci di Daniele Finzi Pasca, un cast internazionale e l’eccitazione per l’inaugurazione della stagione hanno contribuito a dare un ulteriore colpo d’ala a questa Prima.
Sei stata diretta da tanti altisonanti direttori d’orchestra. Un tuo commento su Zubin Metha?
Avevo già lavorato con il Maestro Mehta, in un fortunato Falstaff al Festival di Salisburgo. Lui è un musicista straordinario e un direttore che lavora con i cantanti conoscendone le problematiche e le esigenze. È uno di quei direttori che hanno la sapienza del teatro, oltre a quella musicale. Che privilegio avere lavorato di nuovo con lui!
Che cosa c’è di Eleonora in Micaela?
La dolce fermezza, l’intensità dei sentimenti. Micaela, però, siamo state tutte, è il candore della giovinezza.
Avrai un 2016 sfavillante. Parlaci del tuo prossimo debutto al Met
Sarò Norina e non vedo l’ora! Finalmente non il debutto di un ruolo (sono già stata Norina a Madrid e Roma) ma un nuovo teatro. Il Met significa molto per la carriera di una cantante e so che sarà importante anche per la mia. Questa consapevolezza mi fa lavorare con disciplina e entusiasmo insieme.
Un’anticipazione su Chicago e Barcellona?
A Chicago sarò diretta dal Maestro Muti nel Falstaff in forma di concerto. In quest’opera meravigliosa sono stata Nannetta diretta da Zubin Mehta e Alice diretta da Muti all’ultimo Ravenna Festival. Con il Maestro Muti l’intesa è perfetta, lui mi ha fatto crescere musicalmente come nessun altro e con lui mi auguro di continuare un percorso che mi porterà a cantare quei ruoli che sono il mio obiettivo. Invece a Barcellona sarò Mimì, un punto di arrivo per noi soprani lirici. Mi auguro che sia anche un punto di partenza per altre conquiste vocali.
Hai studiato, agli albori della tua carriera, sotto la guida di Luciano Pavarotti. Un ricordo di lui e cosa ti ha insegnato la Leolini?
Pavarotti è stata la rivelazione, lui mi ha convinto a dedicarmi sul serio al canto lirico. Conservo i ricordi musicali più belli, ma anche il dolore della malattia e la fine prematura. Con Paola Leolini è tutta un’altra storia, lei è un coach di forte personalità, abbiamo lo stesso culto per il bel canto, l’accuratezza del fraseggio. Il nostro è un confronto continuo, oltre allo studio c’è il parlare dei vari interpreti, uno stimolo a far bene e a conoscere.
Sei il soprano del momento sotto i riflettori, ma nel privato chi è Eleonora Buratto?
Una giovane donna che ogni giorno è più consapevole del suo ruolo e della scelta fatta. Amo cantare ma amo anche ritagliarmi degli spazi di vita normale. Sono sempre di meno, è vero, ma sono intensi. C’è la mia famiglia innanzitutto, i nipoti, il nuoto quando posso. Ora c’è anche la moda, mi cercano in parecchi per coinvolgermi nelle loro cose: è divertente, ma sempre a piccole dosi! E poi c’è una cosa importantissima, l’impegno per i Bambini Farfalla. Sono una testimonial di Debra Südtirol – Alto Adige, un’associazione che aiuta e sostiene la ricerca per combattere l’Epidermolisi Bollosa. Nel mio futuro mi vedo molto impegnata in questo ruolo, ho voglia di fare e di dare. E questi bambini mi hanno preso il cuore e io parlo di loro a tutti. A settembre erano alla prova generale dell’Elisir d’amore nel palco reale della Scala, il pensiero ancora mi commuove.
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