Una banda locale dedita allo smercio di droga e alle rapine, quattro omicidi e un intreccio di connivenze che coinvolge incensurati e ragazzi: e’ lo scenario sul quale la polizia ha fatto luce a Manfredonia. Sette gli arresti eseguiti questa mattina dagli agenti della Questura di Foggia e del commissariato di Manfredonia, con l’ausilio dei carabinieri. Cinque sono maggiorenni, due hanno appena 17 anni: tra questi ultimi, una ragazza. Tra i delitti per i quali sono stati individuati i presunti autori, c’e’ quello raccapricciante di Cosimo Salvemini, 21enne scomparso e ucciso il 18 luglio 2012 e i cui resti furono ritrovati il successivo 10 dicembre in un terreno vicino all’aeroporto militare di Amendola (Foggia). Per i cinque maggiorenni i provvedimenti sono stati firmati dal gip del Tribunale di Foggia. Al presunto capo della banda, Francesco Giannella, 30 anni, l’ordinanza di custodia cautelare e’ stata notificata in carcere dove l’uomo e’ detenuto per una rapina compiuta il 30 novembre scorso. Stessa sorte per Ilario Conoscitore, 20 anni, che in quella circostanza gli fu complice.
Gli altri tre maggiorenni arrestati sono Emmanuele Biondi, 32 anni, Mario Renzulli, 30 anni, e Cristopher Paloscia, 20 anni. Tranne quest’ultimo e un diciassettenne, tutti – piu’ la ragazza, ‘fidanzatina’ di Giannella – hanno avuto un ruolo nei vari delitti. La lunga striscia di sangue si apri’ il 5 giugno 2012 con il duplice omicidio di Francesco Castriotta e Antonio Balsamo, prosegui’ il 18 luglio con Cosimo Salvemini e si chiuse il 5 novembre 2012 con Matteo Di Bari. Giannella e’ accusato sia del duplice omicidio sia del sequestro e dell’uccisione di Salvemini. Di quest’ultimo delitto e’ accusato anche Conoscitore. Biondi risponde di favoreggiamento per il duplice omicidio, del sequestro di Salvemini e di ricettazione per l’omicidio Di Bari; Renzulli, invece, di favoreggiamento e della soppressione del cadavere di Salvemini; Paloscia della sola detenzione e cessione di droga. Dei due minorenni, destinatari di provvedimento cautelare del gip del tribunale per i minori di Bari, un 17enne risponde di detenzione di sostanze stupefacenti mentre la ragazza e’ implicata nella morte di Salvemini per sequestro di persona, rapina e omicidio. Un cugino di Cosimo Salvemini, Leonardo, e’ gia’ in carcere perche’ coinvolto nell’omicidio Di Bari e nella rapina del 30 novembre scorso con Giannella e Conoscitore.
Proprio la ricostruzione dell’uccisione di Cosimo Salvemini, fatta dagli investigatori, da’ l’idea dell’efferatezza della presunta banda e in particolare del suo capo. Il giovane sarebbe stato attirato in un tranello dalla ragazza di Giannella, con la scusa di ‘fumare’ hascisc in un box alla periferia di Manfredonia. In realta’ Giannella voleva prendersi, e lo fece, i due chili di droga che Salvemini aveva in casa; forse il ‘capo’ sospettava anche che Salvemini insidiasse la sua ragazza, che spesso si recava da lui per avere un po’ di droga. Salvemini venne sequestrato, tento’ la fuga piu’ volte ma fu prima ferito con colpi di pistola, poi pugnalato all’addome e infine colpito ripetutamente con una vanga. Il suo corpo venne seppellito in campagna vicino all’aeroporto militare foggiano di Amendola; dopo qualche giorno il cadavere venne esumato e spostato li’ vicino in una vasca per la raccolta delle acque, che ne fece affiorare i resti il 10 dicembre scorso, dopo cinque mesi.
‘Se non fossimo intervenuti, la situazione sarebbe ancor piu’ degenerata’ ha commentato il procuratore aggiunto di Foggia, Giuseppe Murano, illustrando i risultati delle indagini, mentre il paese ancora si interroga sui motivi di quella scia di sangue che per mesi aveva seminato panico tra la gente.
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