Secondo il Premier Mario Monti lo spread sfonda nuovamente quota 480 o comunque non accenna a scendere per via delle aspre critiche al suo governo, arrivate in particolare questi ultimi giorni da Squinzi: il Presidente di Confindustria infatti boccia la spending review in modo perentorio.
Irrefrenabile Mario continua le sue dichiarazioni accusando Finlandia ed Olanda di destabilizzare i mercati, e last but not least le elezioni politiche 2013 che creano incertezza in procinto della chiusa di questa esperienza.
Ha un non so che di politico tutto questo scaricabarile che il Primus inter pares tra i ministri tenta disperatamente di sviluppare, pur di non accollarsi le colpe dell’inefficacia del suo mandato.
Forte della unzione europea addirittura lascia per strada l’aplomb e rivendica uno status di insindacabilità per il suo operato.
Dopo avere coartato il diritto di voto tentano il colpo di spugna con quello di critica e d’espressione. Sempre più buia e lontana pare la strada della crescita, quella per cui hanno dissanguato i nostri risparmi e ci hanno chiesto di abdicare alla nostra sovranità.
Riprendo uno slogan del Popolo Viola che per molto meno invocava la caduta di Silvio Berlusconi, è giunto il momento di mandare Monti a casa: "Se non ora, quando?"
Twitter @andrewlorusso
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