‘Monti svende Israele a Bersani’. Il titolo di apertura del ‘Giornale’ sintetizza alla perfezione l’indignazione del Pdl di fronte alla decisione italiana di votare si’ al riconoscimento della Palestina come Stato non membro all’Onu. Il Popolo delle Liberta’ serra i ranghi, almeno in politica estera, esprimendo il ‘netto dissenso’ per una decisione definita ‘inaccettabile e irresponsabile’. E chiede che il ministro degli Esteri Giulio Terzi riferisca in Parlamento per spiegare le ragioni di un netto cambio di rotta ‘rispetto alla tradizionale posizione italiana’, deciso per di piu’ da un governo tecnico ‘scavalcando totalmente il Parlamento’.
Richiesta immediatamente raccolta da Terzi, da sempre vicino e attento alle ragioni di Israele, che ha definito ‘assolutamente utile’ un dibattito in parlamento. La decisione italiana e’ ‘sicuramente ponderata’ ha detto il ministro, precisando poi che ‘la linea del governo italiano e’ stata espressa dalla presidenza del Consiglio ed e’ stata ben chiarita ieri nel comunicato del presidente del Consiglio’. Una nota nella quale Palazzo Chigi, annunciando il suo si’, ha assicurato che l’obiettivo e’ quello di ‘proseguire nella strada del dialogo e contro ogni estremismo’. E anche oggi fonti di palazzo Chigi assicurano che quella dell’Italia non e’ una posizione di ‘rottura’ rispetto al passato. Nessun ‘cambio di marcia’, piuttosto ‘un’evoluzione’ determinata da un lato dalla situazione sul campo e dall’altra anche dall’evoluzione maturata in Europa, con i paesi mediterranei che hanno votato tutti si’ e la stessa Germania che e’ passata dal no all’astensione. Ma i retroscena su come sia maturata la posizione italiana – con un appoggio del Colle alla linea espressa da Monti – hanno alimentato l’indignazione del Pdl. ‘Ancor di piu’ alla luce delle rivelazioni su come si e’ arrivati alla decisione italiana sul voto all’Onu per la Palestina – dice il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto – confermiamo il nostro netto dissenso. Europeismo non puo’ voler dire distacco da Israele. C’e’ un pizzico di irresponsabilita’ in questa decisione, che piu’ che dall’europeismo discende dall’influenza delle tradizionali posizioni del Pci sui nostri meccanismi di politica estera’. Il cambio di posizione dell’Italia, secondo il senatore pidiellino Carlo Giovanardi ‘e’ inaccettabile, sia dal punto di vista del merito, perche’ indebolisce il processo di pace e aumenta i pericoli per la sicurezza di Israele, sia nel metodo perche’ deciso da un Governo tecnico che ha modificato la tradizionale posizione italiana, scavalcando totalmente il Parlamento’.
Il premier comunque, secondo quanto si apprende, ha avuto uno scambio con i partiti che sostengono la maggioranza, come ha confermato oggi il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini: "Il premier mi ha chiamato per chiedermi la posizione dell’Udc. Ho detto che noi eravamo per il sí’.
Anche sul fronte europeo pero’, secondo Osvaldo Napoli, il risultato non e’ stato dei migliori. ‘L’Europa in ordine sparso – ha detto – e’, da sempre, uno spettacolo deprimente’. Mentre la decisione viene definita da Andrea Ronchi, che ha chiesto a Terzi di riferire in Parlamento, ‘un gravissimo vulnus alla politica estera italiana’.
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