Fossimo nei panni di Matteo Renzi prima di lasciarci andare continuamente a fare troppe promesse terremmo un po’ di più i piedi per terra. Va bene puntare sull’entusiasmo, ma dire che si taglierà del 30% l’IRAP, che si aumenteranno gli stipendi di 600 euro in media l’anno grazie al taglio del fisco è un’ottima tecnica per gustare gli applausi (così come sostenere che in 15 giorni sarà pronto un piano per moltiplicare il lavoro), poi però gli applausi passano e le cose bisogna farle. Soprattutto spiegando bene agli italiani come trovare i mezzi senza aumentare le tasse.
Ribadisco che non sarebbe corretto giudicare Renzi prima che si confronti con i fatti, ma forse un taglio di maggior concretezza non sarebbe male visto che i nodi verranno comunque presto al pettine e mi auguro che la gente abbia buona memoria.
Nel frattempo è arrivata l’abbondante infornata dei sottosegretari (44) con nove vice-ministri. Conoscendo diversi nomi ho l’impressione che spesso le competenze non siano eccelse per ricoprire il loro ruolo e che la mongolfiera del governo rischierà presto di afflosciarsi. Soprattutto alcune “new entry” non mi sembrano proprio in grado di marcare quel cambiamento – per esempio nei riguardi della burocrazia – che sarebbe il primo passo necessario per ogni riforma: l’autorevolezza nei confronti dei boiardi di stato che hanno fatto il loro nido in ogni spazio possibile non cresce dal nulla.
Intanto vento in poppa a Renzi soprattutto nei giudizi del mondo dell’informazione che – con pochissime eccezioni – opera un quotidiano “lecchinaggio” a tutto spiano. Un esempio? Si titola “Il Fondo Monetario Internazionale approva Renzi”: poi vai a leggere e scopri che il FMI dice solo che è giusto tagliare le tasse per rilanciare il lavoro, ma come lo possa fare il nuovo governo, appunto, se lo chiedono anche loro.
Discussione su questo articolo