Mi piaceva Letta, tessitore sobrio e paziente, forse troppo paziente; e non mi è piaciuto il suo omicidio politico, compiuto dal suo stesso partito per soddisfare l’ambizione di un solo uomo. Non è partito bene, il nuovo salvatore della patria; ma, nonostante la mia prima impressione poco favorevole, ho aspettato di capire se colui che mi appariva solo un abile chiacchierone avesse veramente in serbo carte vincenti, per non lasciarmi fuorviare dal pregiudizio e dallo scetticismo. La controversa legge elettorale e le sbandierate promesse economiche avrebbero messo a dura prova la resistenza del giovane rampante. E del suo governo fotocopia. Ero sicura che non avrebbe retto.
Eppure, la legge elettorale ha superato le prevedibili difficoltà e ha visto la luce alla Camera; e così le decisioni economiche che il nuovo premier ha preso in Consiglio dei Ministri possono risultare soddisfacenti anche per il ceto medio. Anche il provvedimento sui contratti a termine appare utile al superamento di una precarietà ormai insostenibile e tende a stimolare l’occupazione giovanile.
Certo, tra decreti, disegni di legge, verifica delle coperture e attuazione reale, i tempi possono prolungarsi, anche se sono state fissate date precise. Ma il salto di qualità è avvenuto: si è passati dagli annunci ai fatti, e ciò depone bene per Matteo Renzi e soprattutto per il Paese. Se poi aggiungiamo a tutto questo la frase pronunciata con foga a proposito della riforma del Senato e del titolo V: "Se non passano le riforme istituzionali non finisce solo il governo, ma finisce la mia carriera politica!", possiamo dirci ottimisti sul futuro e sulla durata della legislatura.
Siamo pronti a dimenticare la triste vicenda dell’allontanamento forzato di Letta e a dare fiducia a questo premier. Sperando che nel Pd diviso nessuno remi contro e cerchi una sponda alla rivalsa solo perchè "chi di spada ferisce di spada perisce". Abbiamo bisogno di credere che ce la faremo, abbiamo bisogno di respirare aria di cambiamento, lasciamo lavorare chi ha preso questo impegno. Non serve recriminare, guardiamo avanti.
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