Made in Italy sempre più presente in Brasile. E’ l’eccellenza dell’enogastronomia che apre le porte ai prodotti italiani in qualunque parte del mondo. E adesso anche i salumi italiani, dopo essere stati banditi per dodici anni, sono da poco tornati sugli scaffali dei supermercati brasiliani.
Il blocco delle importazioni era iniziato nel 2002 in seguito a una malattia che aveva colpito i suini italiani ed aveva coinvolto i prodotti con una stagionatura inferiore ai dieci mesi (l’unica eccezione a questa norma riguardava i prosciutti crudi stagionati più a lungo). Il blocco è durato fino al giugno del 2014, quando le autorità sanitarie hanno eliminato il divieto e da allora le esportazioni sono ricominciate: salame, mortadella, pancetta, cotechino e tanto altro sono gradualmente ritornati con forza nel paese sudamericano.
Il quotidiano Folha, che ha dedicato un approfondimento all’argomento, fa un bilancio della situazione: “Il Brasile oggi sta vivendo un’invasione benvoluta”, scrive la testata brasiliana, dato che questi prodotti sono molto apprezzati dai consumatori. “Nonostante siano cari, gli insaccati sono il simbolo forte dell’Italia, un marchio di eccellenza, sinonimo di qualità”.
I numeri parlano chiaro: 735 tonnellate di salumi esportati per un valore di 6,1 milioni di euro nel 2014. È il mercato più grande dell’America Latina. Ma oltre a soddisfare i palati, il made in Italy è entrato anche nel linguaggio brasiliano. Basta citare il termine “Parma”, che per tutti indica un qualsiasi tipo di prosciutto crudo.
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