Il Movimento 5 Stelle continua a perdere i pezzi. Tommaso Currò, deputato siciliano, che un attimo prima del voto alle risoluzioni presentate alla Camera sul mandato da dare al governo in vista del Consiglio Europeo di dopodomani prende la parola a titolo personale, annunciando il voto favorevole alla mozione della maggioranza: "Questo governo ha il merito di aver adottato politiche in discontinuità con il passato. Da un lato c’è chi tenta di risolvere la crisi e chi invece adotta atteggiamenti pregiudizievoli nei confronti di tutto e tutti", dice il deputato, riferendosi proprio al Movimento 5 Stelle. "Ho il diritto di contribuire alla moralizzazione di questo Paese e di rappresentare il territorio nel quale sono stato eletto, e questo paradossalmente all’interno di questo movimento non mi è stato reso possibile". Il suo, per sua stessa ammissione, "è un addio difficile", ma reso senz’altro più semplice dall’applauso generale dell’intero emiciclo, anche se le parole di Ignazio La Russa ("adesso dimettiti") finiscono per incendiare gli animi.
Ricordiamo che l’addio volontario di Currò segue di pochi giorni quello, forzato, di Artini e Pinna, ultimi di una serie di defezioni che, tra Camera e Senato, cominciano a diventare numerose.
Così Matteo Renzi scuote l’albero del Movimento 5 Stelle e raccoglie subito un frutto. Anche se, a dire il vero, la perdita di Currò, almeno in apparenza, non sembra sconvolgere più di troppo i colleghi pentastellati di Montecitorio: "Currò è un pezzo che abbiamo perso da molto tempo, se lo prendessero. E’ chiaro che Renzi sta andando a fare scouting, avrà trovato il prezzo giusto così come per Orellana e gli altri".
Intanto, secondo voci di Palazzo nelle prossime ore potrebbero aumentare i parlamentari M5S pronti a lasciare il proprio partito.
Renzi, alla Camera, ancor prima del forfait di Currò (che su Facebook continua ad essere pesantemente insultato dai grillini) si era appellato a M5S: "Recuperate la passione che ha caratterizzato gli elettori che vi hanno eletto non per insultare o buttarla in caciara. Quando urlate, io dovrei essere contento perché rappresento un partito di 11 milioni di persone che voi manco se mettete insieme gli utenti di 7 mesi".
Al Senato, quando si trova costretto a interrompersi parlando delle Olimpiadi di Roma, Renzi continua: "Il fatto che stiate perdendo pezzi ogni giorno non vi autorizza a interrompere. Siamo solidali con voi e capiamo la vostra difficoltà: il nostro compito è continuare a lavorare per il bene dell’Italia nonostante le vostre urla, le vostre grida. C’è una ragione se non vi votano più".
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