"Renzi sta dicendo che non gli interessano la disoccupazione e la povertà infantile? Lo faccia pubblicamente. Io penso che sia così, che a Renzi non gliene freghi nulla di quelle persone. E lo sa perché? Perché la miseria e la disoccupazione alimentano il meccanismo politico delle tessere false e del voto di scambio. E poi noi conosciamo Renzi, non siamo rimasti folgorati sulla via di Damasco. Ricordo quando giocava al gioco delle tre carte al tavolo sulla legge elettorale. Lo sfido a venire in commissione e a dire cosa non va nel reddito di cittadinanza". Così il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, in una intervista a Repubblica, conferma la presenza del primo macigno sull’intravisto dialogo tra M5S e Pd.
"Il reddito è il nostro obiettivo di legislatura – aggiunge – e siamo pronti ad appellarci a chiunque per questo risultato. Siamo aperti al dialogo in commissione", "riguarda 10 milioni di cittadini sotto la soglia di povertà. Libera l’Italia dal voto di scambio. Ci viene dietro Famiglia cristiana. Libera sta per lanciare la sua campagna. E’ la priorità del Paese e non è una misura assistenzialista. In tre anni formiamo il cittadino. E se rifiuta tre proposte di lavoro, perde il reddito".
Di Maio assicura che non si tratta di una strategia per stare dietro a Salvini: "Non usiamo il reddito per fare propaganda". E alla domanda del perché M5S non allarga il dialogo anche alle riforme risponde: "Perché non vogliamo prendere in giro i cittadini, ai quali non interessa delle soglie al 3 o all’8% per cento nell’Italicum. Non vogliamo alimentare distrazioni di massa", "noi siamo pronti a lavorare sui temi. Adesso c’è la legge anticorruzione, ritoccata al ribasso. Se vogliono parlare con noi, la ritocchino al rialzo. Lo facciano e noi siamo pronti".
C’è tempo anche per una battuta sulla Rai: "Quanto accade sulla Rai è frutto di due anni di lavoro di Fico, con incontri in commissione trasmessi in streaming. E’ il metodo giusto, che deve continuare".
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