Non c’è niente come il gioco del calcio che riesca ad accendere gli animi! Ho ricevuto un bel po’ di insulti, nei social network, da presuntuosi e inferociti tifosi della Roma. Ciò che ho scritto, sul progetto di realizzare lo stadio romanista a Tor di Valle, è poco più che una banalità. Cioè: una banalità sarebbe, se vivessimo in un Paese un po’ più civile. Ho scritto, e ribadisco, che è assolutamente giusto che la Roma, come ogni altro club calcistico, riesca ad avere uno stadio di sua proprietà. Ad una condizione: non devastare i quartieri o un’intera città, rispettare le regole e le leggi.
Il progetto in discussione è nato male, con la decisione sprezzante di realizzare l’insediamento in una zona, Tor di Valle, a rischio certo di esondazione. Il Comune, prima della svolta grillina, non era stato neanche consultato. È subentrata la sindaca Raggi, che mostra di avere un carattere tosto e determinato, al di là delle apparenze. Ha detto no alla sciagurata ipotesi delle Olimpiadi. È andata a prendersi fischi e insolenze, alla festa di presentazione della Nuvola, dicendo chiaro e tondo che mai placet, se fosse spettata a lei la decisione. E sappiamo le sue ragioni: a detta della maggioranza di opinioni assennate, il progetto di Fucsas ha provocato uno sperpero di denaro per un’opera del tutto inutile. Ci è voluto il salvifico intervento di una società, oggi, di indiscutibile merito, Condotte, per portarla a termine: altrimenti sarebbe rimasta incompiuta, schiacciata dai debiti, da guai e polemiche di ogni tipo.
Infine, in questi mesi la sindaca per approvare il progetto dello stadio esige, semplicemente, che siano rispettate le regole. Ammiro la sua coerenza. Può piacere o non piacere, ma l’esigenza è indiscutibile. Leggi e regole, prima di tutto. E, col permesso di quei tifosi che mi insultano, vorrei sottolineare: di che cosa stiamo parlando? Della costruzione di uno stadio o di un gigantesco progetto che propone investimenti per 1,7 miliardi, ma solo 400 milioni per lo stadio. Il resto? Grattacieli e ponti, variazioni della metropolitana, idrovore (sic!) e altri impianti. E non esiste, lamenta il Comune, un progetto definitivo con costi finali formulati con chiarezza.
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