Presentata nel febbraio del 2014, la proposta di legge “Interventi di formazione linguistica e culturale, di formazione continua e di sostegno all’integrazione in favore dei cittadini italiani e dei loro congiunti e discendenti residenti all’estero, nonché per la promozione e la diffusione della lingua italiana nel mondo. Riforma delle istituzioni scolastiche italiane all’estero” presentata dal deputato Pd Marco Fedi e sottoscritta dai colleghi Porta e La Marca, è stata assegnata ieri alle Commissioni riunite Affari Esteri e Cultura della Camera. Il testo, quando inizierà l’iter parlamentare, dovrà essere sottoposto ai pareri delle Commissioni Affari Costituzionali, Bilancio, Lavoro e Politiche Ue.
La proposta di legge, spiega Fedi nella lunga premessa, “va nella direzione di un intervento organico, che preveda un efficace coordinamento tra i Ministri interessati (Ministro degli affari esteri, Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Ministro dell’economia e delle finanze, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione), al fine di garantire una capillare diffusione della lingua e della cultura italiane, sia mediante i corsi di lingua e di cultura sia mediante le scuole italiane all’estero”.
Il problema “appare urgente se solo si considera che l’attuale legislazione è obsoleta e non tiene conto delle mutate condizioni dell’emigrazione italiana e della necessità di un piano di offerta formativa che si inserisca nei processi di globalizzazione culturale ed economica in maniera efficiente ed efficace”.
La riforma proposta “è rivolta a tutti e non solo ai figli degli italiani. I corsi di lingua e cultura italiana devono essere integrati nel sistema scolastico locale, un assunto che deve impegnare lo Stato italiano a firmare convenzioni bilaterali con altri Stati o regioni per favorire tale prassi. Le scuole italiane all’estero devono poter offrire una formazione multiculturale: da ciò discende l’urgenza di stipulare accordi culturali con i Paesi in cui l’Italia ha istituzioni scolastiche”.
Fedi scriveva due anni fa che “una riforma complessiva dell’intervento scolastico italiano all’estero, in termini strutturali e in sintonia con il processo di modernizzazione del Paese, non è più rinviabile”.
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