Pur riconoscendo ed accettando i valori della Resistenza, sarebbe anche il caso che noi italiani imparassimo a riconoscere e a festeggiare un momento di liberazione del Paese dalla schiavitù che il popolo italiano stesso ha imposto a se stesso, creando ed accettando forme e pratiche di convivenza che lo stanno distruggendo.
Una liberazione dalla politica degradata e degradante, dalle connessioni con la malavita, dalla corruzione dilagante, dall’ingiustizia imperante e diffusa in tutti i settori vitali della vita pubblica, dalla supremazia dei poteri forti e delle classi sociali dominanti, dalla schiavitù che ne consegue, dalla mancanza di una vera libertà, dall’arrivismo sfrenato, dall’opportunismo, da forme di anarchismo egoistico ed improduttivo, dallo spreco smisurato di risorse economiche ed umane, dal caos generalizzato.
Una vera e propria Resistenza dovrebbe essere aggiornata storicamente e dovrebbe esprimere il desiderio del popolo italiano di liberarsi di tutte quelle cause che impediscono e condizionano il progresso civile presente e futuro del Paese, che è vivibile solo superficialmente. E questo gli italiani lo sanno. Ma a quanto pare non si è propensi a festeggiare la liberazione da una forma di Resistenza proveniente da habitus culturale che il popolo italiano ha costruito nel tempo, e di cui e’ schiavo.
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