Come la tela di Penelope, la riforma della legge elettorale si fa e si disfa da un giorno all’altro. L’intenzione dei partiti resta, cosi’ come la determinazione del Quirinale, affinche’ il Porcellum venga modificato ma le posizioni restano distanti soprattutto tra Pdl e Pd. Per cercare di colmare le distanze e cercare di arrivare ad un primo ok in commissione prima della pausa estiva, Pier Ferdinando Casini propone un vertice ‘Abc’ e avanza una proposta di mediazione con i collegi, voluti dal Pd, al Senato e le preferenze, chieste dal Pdl, alla Camera.
Dopo che ieri l’accordo sul Provincellum, che sembrava ad un passo, si e’ di nuovo arenato, oggi i contatti tra gli sherpa dei partiti si sono interrotti. Ma, come spiega Maurizio Migliavacca, che tiene per il Pd le trattative insieme a Denis Verdini per il Pdl e Ferdinando Adornato per il Terzo Polo, ‘il Pd non rinuncia nonostante le resistenze degli altri’. Ed e’ probabile che i contatti riprendano la prossima settimana, magari passando prima per un chiarimento al vertice, come chiesto dal leader Udc, tra Angelino Alfano, Bersani e Casini.
La necessita’ di restituire ai cittadini la scelta dei parlamentari e’ stato, a quanto si apprende, uno dei punti dell’incontro, stamattina, tra il presidente della Camera Gianfranco Fini e il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che in settimana tra contatti e incontri ha sollecitato istituzioni e partiti sull’urgenza della riforma. E interessato al buon esito e’ anche il premier Mario Monti, come racconta Casini al termine del faccia a faccia a Palazzo Chigi: ‘Il premier auspica evidentemente che le prove d’intesa nella maggioranza sulla legge elettorale si concretizzino’.
La strada resta, pero’, in salita e al momento sembra difficile che si riesca a votare un testo base entro il 10 agosto in Senato. E un mancato via libera entro agosto allontana anche le prospettive di un voto anticipato o, secondo i desiderata di molti, almeno la possibilita’ di poter votare in ogni momento una volta cambiata la legge elettorale. Perche’ tutti sono consapevoli che tornare al voto con il porcellum offra il destro all’antipolitica. ”Si puo’ andare a votare anche con questa legge elettorale – spiega Fini – ma sarebbe una iattura: sarebbe molto difficile chiedere consenso dopo aver certificato la mancanza di volonta’ nel risolvere una questione che tutti ritengono importante per dare alla politica maggiore legittimazione’.
In attesa di sviluppi, le distanze restano sempre sul premio di maggioranza e nella scelta tra preferenze o collegi. Oggi Silvio Berlusconi, incontrando il leader della Destra Francesco Storace, avrebbe tenuto il punto sulla necessita’ di dare il premio al partito. E dal canto suo Bersani resta convinto, come spiega Migliavacca, che ‘i cittadini devono poter scegliere l’asse di governo’, ovvero la coalizione. A mettere tutti d’accordo ci pensa il leader Idv Antonio Di Pietro che, annunciando un accordo che non c’e’, si attira smentite e strali bipartisan.
Discussione su questo articolo