Le cose stanno più o meno così. Se fai un accordo sulle riforme con Forza Italia, non va bene: no al Patto del Nazareno. Se l’accordo si rompe, non va bene: che arrogante, vuole fare tutto da solo. Se provi a coinvolgere i Cinque Stelle, vuoi l’inciucio; se non li coinvolgi, hai paura di Grillo.
Se metti la fiducia sulla legge elettorale, è deriva autoritaria. Se invece ci sono milioni di emendamenti, vuoi l’immobilismo. Se c’è il ballottaggio, governa una minoranza, questa non è democrazia! Se non c’è il ballottaggio, allora vuoi le larghe intese, questa non è democrazia!
Voti l’italicum e ti chiedono il mattarellum. Accetti il mattarellum e ti chiedono il rosatellum. Accetti il rosatellum e ti chiedono il tedesco. Discuti del tedesco e ti dicono “Ah, come era bello l’italicum”. Chiamiamolo “kafkianum”, si fa prima.
Se non fosse una cosa seria, ci sarebbe quasi da ridere. Ma non possiamo permettercelo. E dunque mentre sosteniamo con forza il Governo Gentiloni impegnato negli incontri internazionali e nell’attuazione delle riforme dei MilleGiorni (pensioni, periferie, povertà, dpcm investimenti), riproviamo con la tela di Penelope della legge elettorale. Ma vogliamo farlo chiedendo a tutti i partiti di tirare giù le carte in modo chiaro.
Per tutta la settimana il Pd sarà pronto a incontrare gli altri partiti, nelle forme e nelle delegazioni che siamo pronti a concordare con i singoli schieramenti. E martedì 30, al termine di questo percorso, discuteremo in modo trasparente in Direzione Nazionale della linea da prendere: perché noi siamo un partito democratico nel nome e anche nei fatti.
Alla fine ciascuno si prenderà le proprie responsabilità davanti agli italiani senza giochi e giochetti. Una politica diversa è anche una politica che dice basta a chi vuole solo rinviare, a chi sa solo dire no. Noi ci siamo. E vogliamo andare avanti, insieme.
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