Dopo l’aut aut del capo dello Stato e visto che un’intesa ‘ABC’ sembra difficile da trovare, i partiti andranno in Parlamento ognuno con la propria proposta sulla legge elettorale per vedere come si sviluppa poi il confronto in quella sede. Ecco le posizioni in campo con l’unico punto di contatto che sembrerebbe, almeno a sentire in queste ore i senatori di maggioranza, il modello ispano-tedesco sul quale prima delle amministrative c’era stata una ipotesi di accordo.
PD – Ha da tempo depositato una proposta di legge per il doppio turno alla francese e insistera’ su questa opzione. Si tratta di un sistema maggioritario con collegi uninominali. Il candidato per essere subito eletto deve superare il 50% piu’ uno dei voti del collegio. Se cio’ non accade si va al secondo turno al quale accede chi ha superato il 12,5% nel collegio. A questo punto per essere eletti basta la maggioranza relativa. Il Pd, in corso di trattativa, si era detto disponibile al confronto anche su un modello tipo ‘Provincellum’, con i parlamentari eletti in parte (almeno il 50%) sulla base di collegi uninominali ma proporzionali e in parte su liste bloccate ‘corte’ di tre o quattro nomi (come accade in Spagna). Il Pd non vuole inoltre le preferenze (anche se questo sistema piace ai lettiani e a una parte dei popolari). Per il partito il premio di maggioranza, che si vorrebbe consistente (almeno il 15%) dovrebbe andare alla coalizione vincente (come accade oggi). Qualche apertura si e’ registrata anche sull’ipotesi (voluta dal Pdl) che il premio vada al partito e non alla coalizione che ottiene piu’ seggi.
PDL – Propone un premio di maggioranza ‘piccolo’ non superiore al 15% da assegnare non alla coalizione ma alla lista vincente. Il partito di Berlusconi propende per la modifica del ‘Porcellum’ con l’introduzione delle preferenze (a volere questa opzione sono in particolare gli ex An, che possono contare su un discreto radicamento sul territorio, mentre questa ipotesi non entusiasma una parte dei forzisti). In alternativa non chiuderebbe a un’ipotesi di modello spagnolo. Il partito ha anche dato disponibilita’ a ragionare sul modello francese ma a patto che questo vada insieme all’elezione diretta del presidente della Repubblica.
UDC – Aperto al confronto su varie ipotesi ma determinato a condurre fino in fondo la battaglia per l’introduzione delle preferenze possibilmente anche di genere. Per evitare che il meccanismo sia viziato da clientelismi ha proposto un tetto alle spese per le campagne elettorali. Se si dovesse andare verso il collegio il partito chiede quantomeno le primarie regolamentate per legge per la scelta dei candidati.
IDV – Il paletto del partito di Di Pietro e’ che alleanze, programma e premiership vengano decisi prima del voto. Fuori dalle liste i condannati anche in primo grado; incompatibilita’ con gli incarichi di governo a qualsiasi livello per chi e’ sotto processo.
LEGA – E’ per la reintroduzione delle preferenze e fa sapere di non temere una soglia di sbarramento anche al 5%. Vede la modifica del sistema di voto legata alle riforme costituzionali e al taglio del numero dei parlamentari.
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