La Lega Nord cambia volto, o sarebbe meglio dire volti. Oltre alla nomina di Roberto Maroni alla segreteria, infatti, il congresso di Assago ha visto l’elezione dei nuovi membri del Consiglio federale. I maroniani hanno ottenuto la stragrande maggioranza dei posti in palio; i bossiani di rito cerchista hanno dovuto concentrare i loro voti su pochi candidati ed hanno strappato soltanto l’elezione di Marco Desiderati in Lombardia, e quella di Massimo Bitonci in Veneto.
Cambia pertanto la geografia leghista nel consiglio che affianchera’ il neosegretario. Maroni, infatti, sara’ circondato quasi esclusivamente da suoi fedelissimi. In consiglio, per i sei consiglieri lombardi, entra a sorpresa anche Andrea Mascetti di Varese. Si unisce ai maroniani Simona Bordonari, Gianni Fava, Paolo Grimoldi e Giacomo Stucchi. Quest’ultimo potrebbe essere presto indicato da Maroni come suo vice.
Grazie al nuovo statuto, i veneti acquistano piu’ peso. Ora i consiglieri della Liga sono quattro: Manuela Dal Lago, Daniele Stival e Marino Finozzi; oltre a Bitonci. In base al nuovo regolamento, sara’ veneto anche il nuovo vicesegretario della Lega. Per il Piemonte, invece, sono stati eletti Stefano Allasia ed Enrico Montani; per la ‘nazione’ Emilia e’ stato scelto Maurizio Parma. Maroni puo’ percio’ contare su un gruppo compatto che non dovrebbe riservargli sorprese.
Ma il nuovo corso del Carroccio lascia qualcuno scontento. La deputata veneta Paola Goisis ha platealmente contestato la scelta del voto palese deciso dall’assemblea per l’elezione del segretario. ‘E’ stata una mancanza di democrazia e la dimostrazione che qualcuno ha avuto paura del confronto – ha detto – Il mio faro resta sempre Bossi’.
Maroni nel suo primo discorso da segretario ha detto di volere lavorare per ‘unire il partito’ ed ha invitato tutti a ‘lavorare insieme’. ‘Chi vuole lavorare e’ benvenuto, chi vuole fare chiacchiere puo’ andarsene domattina’, ha aggiunto spiegando che ‘e’ finita l’era delle beghe interne’ ma che cio’ non significa che ‘e’ finita la pulizia’. Difficile immaginare se nei prossimi giorni si ricomporra’ la frattura tra il nuovo segretario e gli ‘aventiniani’ leghisti. Ad incidere in una possibile mediazione potrebbe essere il neopresidente Umberto Bossi.
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