L’Italicum spacca il Partito Democratico. Rosy Bindi, intervistata dal Corriere della Sera, spiega: “Se sia l’Italicum che la legge costituzionale restano così, non parteciperò al voto", "ritengo incostituzionale porre la fiducia sulla legge elettorale e quindi non parteciperei neppure al voto di fiducia".
In merito al dissidio tra Renzi e la minoranza Pd precisa che "non so se si può usare la parola spaccatura, ma le posizioni in direzione sono state chiare e nette. Renzi ha posto un aut aut sull’Italicum che la prima volta fu scritto sotto dettatura del Patto del Nazareno. Poi ce lo siamo trovato modificato, e non in qualche dettaglio. Ora che siamo rimasti solo noi a votarlo, peraltro in un perimetro ristretto, che non è neppure quello di tutta la maggioranza di governo, è davvero incomprensibile che non si cerchi l’unità del Pd".
"Se il segretario voleva giocare con le differenze che ci sono tra le minoranze, in questa direzione si è ritrovato con un’opposizione che, in modo compatto, non ha partecipato al voto e con la quale vale forse la pena confrontarsi. Le volgarità circolate nei giorni scorsi da parte di alcuni zeloti – ‘Cercano solo posti nelle liste’ – sono state ampiamente smentite dagli interventi di merito. A me sta a cuore che il premio di maggioranza non sia solo alla lista ma sia alla coalizione". La deputata Pd poi conclude: "Quello che mi indigna di più è che si dica che questa è una legge di cambiamento. In realtà questo è il ritorno al passato, nella palude della Prima Repubblica. È la fine della democrazia dell’alternanza e l’avvio di patti di interesse nello stesso Pd".
GIACHETTI, “MINORANZA METTE A RISCHIO GOVERNO” "Bersani dice: ‘Tornerei subito al Mattarellum’. Ma come, scusa, quando eravate maggioranza avete chiamato i parlamentari per non far votare quella mozione! E’ sempre la solita storia, per la quale in passato non abbiamo combinato nulla al governo: votavamo contro per la ragion di Stato e poi dopo dicevamo che sarebbe stato bello votare…". Così il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti, in una intervista a Repubblica, commenta lo scontro con la minoranza Pd sull’Italicum che definisce polemicamente "gli unti del Signore. La minoranza. Quelli che possono fare quello che agli altri non è concesso". E sottolinea: "Di quale minoranza parliamo? Come al solito ho sentito voci differenti tra loro", "hanno ottenuto un sacco di cose, peggiorando la legge, ma è un continuo rilancio. Per decenni combattono la battaglia della vita contro le preferenze, ora invece introdurle è questione identitaria…". E aggiunge: "A Renzi ho detto che delle preferenze ne riparleremo quando saranno visibili gli effetti, tra qualche anno. Non a caso dopo Tangentopoli le hanno eliminate". Nota quindi che se salta l’Italicum "è chiaro c’è un problema di fiducia politica. Ed è chiaro che è in gioco il governo, come ha spiegato Renzi". E sul capogruppo Speranza precisa: "Ha messo a disposizione il mandato. Se vota contro, c’è un problema. Però Roberto è corretto e coerente. Mi auguro che resti capogruppo, convincendo i deputati a restare uniti. Se invece ognuno si comporta come gli pare, si rompe la comunità", "il problema non è Renzi, ma chi si comporta come gli pare", "qua non si vuole cacciare nessuno. Ma a noi chiedevano di adeguarci, mentre gli unti del Signore usano un inaccettabile doppiopesismo".
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