Matteo Renzi apre alle modifiche all’Italicum e con questa mossa spiazza tutti, compresi i dirigenti del Pd. Il premier è disponibile a trattare in particolare per quanto riguarda l’attribuzione del premio di maggioranza alla coalizione anzichè al partito vincente. Un cambiamento che piace agli alleati di governo e a un po’ tutti i partiti piccoli, ma anche a Fi e alla Lega, mentre non convince i 5 stelle.
Interpellato da Bruno Vespa sui boatos, secondo i quali egli starebbe riflettendo a possibili modifiche all’Italicum, Renzi ha risposto: "Non ci sto ripensando. Io preferisco il premio alla lista. E’ piu’ logico, e’ in linea con il partito a vocazione maggioritaria, che e’ la natura del Pd. Poi e’ ovvio che non abbiamo totem ideologici".
Questa apertura fa seguito a diverse dichiarazioni di segno opposto, in cui aveva escluso di ritoccare una legge "approvata appena da pochi mesi".
Il leader del Pd puntualizza anche la sua posizione sulla questione delle primarie: "Io sono figlio delle primarie. Si puo’ decidere di farle – e allora non possono farsi finte – o di lasciare che il partito rivendichi la scelta dei candidati", afferma nell’ultimo libro di Vespa, aggiungendo: "per le cariche apicali, sindaci, presidenti di regione e segretario-candidato premier" vanno fatte ma "chi perde aiuta".
Il cambiamento all’Italicum, ipotizzato oggi da Renzi, e’ uno dei cavalli di battaglia dei bersaniani, da sempre favorevoli alla nascita di una coalizione di centrosinistra che comprenda Sel. Ed e’ quest’ultimo partito ad essere messo in difficolta’ dalla mossa del premier, che riaccende il dibattito interno tra chi propone di dar vita ad un soggetto alternativo al Pd di Renzi (assieme ai fuoriusciti Dem) e quanti puntano ad un rapporto di collaborazione, seppur dialettica. La fuoriuscita del gruppo di Gennaro Migliore l’anno scorso e’ avvenuta proprio su questa faglia.
"La dichiarazione di Renzi ha un notevole rilievo", ha detto Fabrizio Cicchitto di Ncd, e Pino Pisicchio, presidente del gruppo Misto alla Camera, definisce "apprezzabile" l’apertura. Decisamente contrario M5s, che gia’ nei giorni scorsi aveva attaccato su queste ipotesi. Danilo Toninelli poi si dice certo che se alle elezioni comunali di primavera, M5s si imporra’ al ballottaggio in qualche grande citta’, Renzi cambiera’ l’Italicum: "spostera’ il premio di maggioranza alla coalizione e cosi’ potra’ rifare la coalizione-accozzaglia che ha rovinato l’Italia, mentre noi finiremo terzi. Questa e’ la vera norma anti-M5s".
Intanto prosegue l’esame della Commissione Affari costituzionali della Camera del ddl Boschi sulle riforme. Al termine per la presentazione degli emendamenti ne sono stati depositati 137 (67 della Lega, 39 di M5s, 20 di FI, 9 di Sel e 2 di AL). Numeri limitati che consentiranno di concludere il voto entro la data prefissata del 17 novembre, cosi’ da portare in Aula il testo il 20.
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