"L’ipotesi della fiducia è aberrante. Se fosse posta, non parteciperei al voto. E nel voto finale mi esprimerei, a viso aperto, contro la legge elettorale". Lo afferma il deputato Alfredo D’Attorre, esponente della minoranza Pd, in una intervista al Corriere della Sera nella quale ribadisce fino in fondo il suo dissenso sulla gestione del Pd e sull’Italicum: "Si mette il Parlamento sotto ricatto. Solo due volte nella nostra storia si è chiesta la fiducia sulla legge elettorale: durante il fascismo, con la legge Acerbo del 1923, e con la legge truffa del 1953. Che fu una delle pagine più oscure e portò al ritiro dalla vita politica di Aloide De Gasperi".
D’Attorre sottolinea: "Io il voto segreto non lo chiederò e auspico che non ci sia. Ma è insostenibile giustificare il ricorso alla fiducia sulla base di una possibilità prevista dal regolamento proprio per leggi così delicate. Voglio continuare a pensare che il governo sostenuto dal Pd non metterà la fiducia su una legge cardine. E’ imbarazzante il solo fatto che se ne parli". Aggiunge che la fiducia "sarebbe incompatibile con il Pd la scelta della fiducia. E sarebbe incompatibile con i nostri valori. Una scelta che lascerebbe una macchia indelebile sulla nostra pelle".
Delle dimissioni di Speranza da capogruppo dice: "Ha fatto un atto di grande dignità, forza e coraggio. Che lo abbia fatto una persona del suo equilibrio, che non può essere tacciata di anti renzismo, avrebbe dovuto far riflettere. E invece si cerca di far passare in cavalleria anche le sue dimissioni. Del resto, per ben tre volte in commissione non c’è stato confronto. E la rimozione dei dieci membri della minoranza è un fatto senza precedenti. Credo che Renzi stia perdendo la misura".
M5S "I colleghi pensano davvero che se cadesse l’Italicum si andrebbe al voto? E’ vero il contrario: se verrà approvato la legislatura finirà prima. Dunque, se ci tengono alla poltrona votino contro". Lo afferma il deputato di M5S Danilo Toninelli in una intervista alla Stampa. E aggiunge: "Innanzitutto non dobbiamo dare alibi a Renzi con tanti emendamenti, perché li userebbe subito come appiglio per mettere la fiducia. Ne presenteremo pochi e circostanziati. E poi speriamo…". Inoltre sottolinea: "Dobbiamo essere realisti: la vera possibilità di cambiare l’Italicum l’avevamo in commissione. Ma Renzi ha preferito mandare via chi non la pensa come lui. Un atto di una gravità mai vista", "il regolamento dice che si può sostituire un membro per motivi di natura personale, non per una mancata adesione politica. Renzi ha ridotto la commissione a una farsa e i suoi parlamentari in burattini".
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