"Non si può spostare l’asticella sempre più in là così da non arrivare a un punto conclusivo. Sorge il sospetto di una certa strumentalità". Così il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini in una intervista a Repubblica respinge le accuse di Pier Luigi Bersani e della minoranza del partito. E sull’iter dell’Italicum dice: "I numeri ci sono", "non condivido le valutazioni di Bersani e neppure il ragionamento politico che sta dietro le sue parole: l’unità del Pd deve essere impegno di tutti".
E ancora: "non capisco Pier Luigi, mi pare che stia ponendo ostacoli lungo una strada di possibili convergenze dentro il gruppo parlamentare. Ognuno di noi ha la sua legge elettorale ideale, ma molti deputati, anche della minoranza, considerano il testo in discussione condivisibile nel suo complesso e nei suoi obiettivi di fondo: certezza del vincitore, governabilità, minore frammentazione del sistema".
"Il termine scissione non deve avere cittadinanza nel Pd. Non è neppure un sentimento dei nostri militanti e elettori che ci chiedono di essere uniti e all’altezza della responsabilità che ci hanno affidato". Renzi metterà la fiducia? "E’ un tema prematuro. Nessuno chiede fedeltà a un leader, ma lealtà verso gli elettori nei cui confronti abbiamo preso tutti un impegno solenne" ma "siamo arrivati alla stretta decisiva di un percorso fatto insieme, ascoltandoci e accogliendo le proposte di miglioramento della legge che ci hanno portato fin qui. Ulteriori cambiamenti significherebbero allungare ancora i tempi allontanandoci dall’obiettivo, che oggi è alla nostra portata. L’Italicum funziona".
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