Ci risiamo. Circoscrizione estero ancora in pericolo. Questa volta, più in bilico che mai. Tempo fa, lo aveva proposto il leghista Roberto Calderoli: aboliamola, non serve, è inutile. E i saggi nominati dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, guidati da Gaetano Quagliariello, erano arrivati alla stessa conclusione. L’unico a non essere d’accordo era stato Mario Mauro, esponente di Scelta Civica, oggi ministro della Difesa.
I saggi, adesso, tornano all’attacco: nella relazione elaborata dalla Commissione sulle riforme, c’è scritto chiaro e tondo che sul punto che riguarda la circoscrizione estero sono tutti d’accordo, “unanimità”. Va levata di mezzo, basta, questa circoscrizione va eliminata una volta per tutte. Perle di saggezza da parte di chi di italiani nel mondo evidentemente non ci capisce un tubo. Poco male, in ogni caso. Il voto all’estero non si tocca, e anche i saggi la pensano allo stesso modo. Abolire la circoscrizione estero, dunque, pur prevedendo – sottolinea la Commissione – meccanismi che consentano l’esercizio di voto agli italiani residenti oltre i confini del BelPaese (continuerà ad esserci il voto per posta, che ha fatto acqua da tutte le parti? Sarà migliorato? Si potrà votare nei consolati o usare il voto elettronico?).
Togliere la circoscrizione estero vuole dire, in realtà, eliminare gli eletti oltre confine. Almeno, sulla carta. E questo a parer nostro è un sintomo del malessere che si va registrando nei confronti delle nostre comunità nel mondo: l’abbiamo detto tante volte, la crisi economica che attanaglia questo nostro Paese rinfocola gli egoismi e si ripercuote su chi è geograficamente distante. Questo il messaggio che cogliamo tra le righe della relazione dei saggi riguardo il tema della circoscrizione estero. Ma il messaggio è rivolto anche agli eletti oltre confine: non avete combinato un tubo, anzi, avete portato in alcuni casi solo guai. Di voi – sembrano dire i saggi – possiamo pure farne a meno.
Detto questo, nessuno vieta a un italiano residente all’estero di candidarsi nello Stivale. Anche per questo, visto che l’abolizione della circoscrizione estero era da tempo nell’aria, le forze politiche che si interessano anche di italiani nel mondo, sono pronte a presentarsi e presentare i propri candidati in Italia, nel caso le proposte dei saggi dovessero essere realmente applicate. L’On. Ricardo Merlo, per esempio, fondatore e presidente del Movimento Associativo Italiani all’Estero, ha già affermato più volte: “Siamo pronti a presentarci in Italia”. Anzi, ha aggiunto, per il MAIE sarebbe anche meglio, perché la circoscrizione estero per noi rappresenta “una cintura”, ha spiegato, “ci limita” nelle potenzialità e nella crescita. Sarà davvero così? Certo, forse Merlo mentre pronunciava queste parole non era del tutto convinto del fatto che prima o poi la circoscrizione estero sarebbe stata davvero cancellata. Infatti, “non lo faranno mai”, ha sottolineato spesso, “perché a loro non conviene”. E invece…
E invece pare proprio si vada verso quella direzione. Beh, saranno contenti Lega e Movimento 5 Stelle, che da sempre vogliono abolire questa benedetta (o maledetta, scegliete voi) circoscrizione. I parlamentari eletti oltre confine? Non hanno la forza per evitare l’ingiustizia dell’Imu ai connazionali, né la chiusura di consolati italiani nel mondo, né l’hanno avuta quando si è trattato di mantenere Rai International: potranno avere la forza di evitare una riforma del genere? Ne dubitiamo fortemente. E comunque, a questo punto, chissenefrega: se davvero la circoscrizione estero per gli italiani nel mondo ha sempre rappresentato una “cintura”, per dirla con Merlo, allora meglio liberarsene. E avere la possibilità di fare entrare nel Palazzo un numero ancora più consistente di parlamentari residenti oltre confine, in rappresentanza degli italiani nel mondo. Del resto, è questo che conta no? Sarà una sfida che siamo pronti fin d’ora a raccogliere.
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