Le notizie che arrivano dal Mali e dalla Mauritania, che smentiscono la liberazione di Rossella Urru data invece per certa dalle stesse fonti sabato scorso, rimbalzano a Samugheo, paese natale della cooperante rapita il 23 ottobre in Algeria, come una doccia fredda, ma non riescono a spegnere la speranza di un imminente rilascio.
‘Noi possiamo solo aspettare e sperare’ spiega con un senso di impotenza il sindaco Antonello Demelas, che assieme a tutto il paese non rinuncia a mantenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica sul sequestro e a dare conforto ai genitori della giovane. Conforto e solidarieta’ che stamattina presto ha voluto manifestare ai familiari di Rossella, personalmente e in forma riservata ma anche a nome di tutta la Sardegna, il presidente della Regione Ugo Cappellacci.
Il padre Graziano e la mamma Marisa in realta’ non si erano fatti molte illusioni: troppo contraddittorie le notizie sul presunto rilascio – l’ostaggio veniva dato in viaggio nel deserto accompagnato da un misterioso mediatore – e soprattutto nessuna conferma dalle autorita’ italiane. Unico punto di riferimento certo, per i genitori, sono sempre stati e ancora restano i funzionari del ministero degli Esteri con i quali sono in stretto contatto.
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