Nella provincia occidentale afgana di Herat una formazione di nove guerriglieri ha deciso di deporre le armi e di aderire al processo nazionale di riconciliazione. Nella provincia e’ il terzo gruppo che decide di abbandonare la lotta armata dall’inizio del mese. Prima undici uomini avevano deposto le armi nel distretto di Shindand, poi altri dieci ad Adraskan e, infine, il gruppo do Chishti Sharif. Per le istituzioni locali afgane e’ un segnale importante in quanto conferma l’ottimo lavoro svolto finora dalle forze di sicurezza locali e dalla comunita’ internazionale, Italia in testa. A questo proposito, dal governatorato di Herat ringraziano i nostri militari e la Farnesina per il supporto costante e attento alla transizione. Il nostro paese, infatti, e’ impegnato su un duplice binario in Afghanistan. Da una parte con un contingente militare di stanza a Herat nell’ambito della missione Isaf, che si occupa di garantire la sicurezza nell’area e addestrare le forze di sicurezza locali.
Dall’altra, con il sostegno diplomatico, finanziario e politico alle istituzioni centrali e locali per portare avanti la transizione fino al 2014 e, dopo quella data, un processo di trasformazione. L’Italia come piu’ volte affermato dall’inviato speciale della Farnesina per l’Afghanistan e il Pakistan, Francesco Maria Talo’, continuera’ a sostenere il paese asiatico nell’ambito di un reciproco credibile impegno. Dal 2014, la popolazione dovra’ provvedere da sola alle proprie esigenze, continuando a godere del sostegno della comunita’ internazionale. Gli afgani dovranno impegnarsi a usare al meglio l’assistenza, garantendo tutta una serie di principi fondamentali, dai diritti umani al rispetto delle donne. –
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