Fabio Porta, deputato Pd eletto nella ripartizione estera Sud America, commenta la bozza Violante, ovvero quella che prevede, nell’ambito delle riforme costituzionali, la riduzione del numero dei parlamentari. La bozza è stata messa a punto, oltre che da Luciano Violante (Pd), anche da Gaetano Quagliariello (Pdl), Ferdinando Adornano (Udc), Italo Bocchino (Fli) e Pino Pisicchio (Api).
Secondo quanto è stato reso noto già nei giorni scorsi, i deputati passerebbero da 630 a 508 – 500 + 8 eletti all’estero -, mentre i senatori da 315 scenderebbero a 254 – 250 + 4 eletti all’estero.
A Porta, residente in Brasile, intervistato da "La Voce d’Italia", quotidiano italiano edito a Caracas, non piace questa misura: certo, spiega, è opportuno diminuire il numero generale dei parlamentari, “troppi rispetto alle esigenze del popolo italiano”, ma è inappropriato operare lo stesso provvedimento nei confronti di chi è stato votato per rappresentare le comunità italiane oltre confine: “È una scelta completamente sbagliata, si continuano a sottostimare e penalizzare i 5 milioni di connazionali emigrati”. Sarebbe molto meglio "costruire una politica più efficiente, che eviti sprechi e spese inutili, questo è ciò che si aspettano i cittadini. Comunque – sottolinea l’eletto all’estero – la discussione è ancora in atto, per cui nulla è certo, nemmeno la conferma delle circoscrizioni estere".
Più di ogni altra cosa serve "una riforma del sistema di voto all’estero che conferisca più credibilità e affidabilità a chi viene eletto e che ponga un argine ai brogli occorsi in passato in Venezuela e in Argentina”, precisa il deputato eletto dagli italiani nel mondo, che in conclusione si interroga sul ruolo dei parlamentari eletti all’estero, proprio lui che è uno di loro: "Dobbiamo interrogarci, io per primo, sul ruolo di noi parlamentari scelti all’estero: che cosa abbiamo fatto per chi ci ha votato? Quante e quali interrogazioni parlamentari abbiamo rivolto al Governo? Che valutazione possiamo darci?”. Interrogativi più che sensati, ai quali dovranno essere gli italiani nel mondo a dare risposta, anche con il loro voto, alle prossime elezioni politiche, mandando a casa coloro che in questi anni dei connazionali se ne sono solo fregati. Sempre se l’Italia non eliminerà la circoscrizione estero, ovvio.
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