Alfredo Mantica, senatore PdL, sottosegretario agli Esteri nell’ultimo governo Berlusconi, oggi pomeriggio nell’Aula del Senato ha confermato che dei 6,7 milioni di euro che il Mae aveva stanziato per le elezioni di Comites e Cgie ne rimangono poco più di 1 milione e mezzo. La cifra in realtà è al centro di una sorta di "mistero", viste le discrepanze tra relazioni tecniche, pareri di commissione, note di ministero. Quello che è certo è che non ci sono 6,7 milioni, ma molto meno. Verrebbe da chiedersi che fine abbiano fatto i soldi…
Mantica, insieme al collega Tonini (Pd), è relatore del decreto che rinvia al 2014 le elezioni dei due organismi. Nel suo intervento, Mantica ha ricordato come e perché le elezioni sono state rinviate già due volte, stigmatizzando il fatto che "l’ultimo decreto è scarno e privo delle motivazioni" del rinvio. Inoltre, ha appuntato Mantica, si introduce un’importante novità come il voto elettronico. "Una affermazione sorprendente che letta così com’è lascia perplessi: ci sono 4 milioni e 300mila italiani all’estero che hanno sempre votato per corrispondenza. Ora, passare da questo al voto online mi pare una forzatura".
Certo ci sono "approfondite ragioni, di carattere economico", ma c’è bisogno di rassicurazioni in merito, soprattutto, per Mantica, "sul processo di informatizzazione dei consolati che alla fine del 2014 avranno tutti il sistema informatici per collegare i nostri connazionali: ad oggi sono 700mila quelli che usano il pc per interloquire col consolato. Però – ha annotato Mantica – serve il rispetto dei tempi", ma soprattutto che il Ministero dell’Economia "mantenga l’impegno sui soldi necessari per la realizzazione del sistema informatizzato dei consolati". Quindi "in qualche modo serve una garanzia, un impegno del governo in tal senso ci deve essere. Capisco l’innovazione, ma questo salto mortale senza rete – voto elettronico e basta – è un’altra questione che solleviamo tant’è che c’è un emendamento che consente – in alternativa – il voto nelle sedi dei consolati".
Mantica ha quindi spiegato che è stato presentato un emendamento che "riscrive il decreto legge introducendo le garanzie che l’Ue chiede al voto elettronico (privacy, segretezza del voto, rapporto diretto col cittadino)".
La seconda questione aperta dal decreto è la mancata ridestinazione dei fondi che, però, non sono così tanti come la Commissione Esteri si aspettava: "nel bilancio di quest’anno – ha ricordato Mantica – al Mae sono stati assegnati 6,7milioni per le elezioni, ma abbiamo appreso non in maniera diretta che di 6,7 milioni ne sono già stati spesi dal Tesoro 5 milioni! Uno strano sistema, perché non ci è stato detto come sono stati spesi, ma solo che ne sono rimasti da 1,5 a 1,9 milioni di euro". Questo la III Commissione è venuta a saperlo solo dopo il parere negativo della Commissione Bilancio, quindi per Mantica "è ora che il Mef ci dica quanti soldi sono ancora a disposizione per ridistribuirli. Non posso accettare che nemmeno una lira venga restituita agli italiani all’estero. Dunque c’è un altro emendamento con una cifra "da gossip" perché non sappiamo precisamente quanto c’è".
Richiamata la riforma approvata solo dal Senato, Mantica ha spiegato che tanti emendamenti richiamano proprio quel testo "per riprendere quel lavoro durato due anni".
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