Mantica ricorda che più dell’80% dei connazionali in gabbia oltre confine si trova in Europa, nelle Americhe il 15,6%, nei Paesi del Mediterraneo e Medio oriente il 2% circa. Nell’Africa sub sahariana è detenuto lo 0,4% degli italiani nel mondo.
La rete dei consolati italiani all’estero, per ciò che riguarda i connazionali detenuti nel mondo, “svolge essenzialmente un’attività di supporto finalizzata a fornire, da un lato, il rispetto dei diritti del connazionale in sede di giudizio e, dall’altro, l’assistenza necessaria in carcere". Ma non può intervenire se il detenuto si oppone; costituirsi parte civile; intervenire in giudizio per conto di cittadini italiani; ottenere un migliore trattamento, rispetto a quello previsto dalle norme locali, della condizione carceraria.
Anche se non è prevista “la possibilità per gli indagati o gli imputati di poter accedere ad un istituto di patrocinio a spese dello Stato", la tutela nei confronti dei detenuti italiani nel mondo e la loro assistenza è per l’attuale Governo senza dubbio “considerata una priorità”.
Il ministero degli Esteri per poter gestire al meglio certe situazioni ha messo in rete un programma protetto, accessibile dagli uffici consolari e dal personale addetto, che permette di condividere in tempo reale le notizie sulle condizioni di detenzione dei connazionali, lo stato dei procedimenti giudiziari, il numero di visite consolari e altre informazioni. Inoltre, tre anni fa un ordine del giorno della Camera prevedeva l’istituzione di un numero verde di emergenza per le situazioni giudiziarie, ma “le pressanti ed inderogabili esigenze di risanamento dei conti pubblici ne hanno finora impedito la costituzione”, spiega il sottosegretario.
Mantica ricorda che più dell’80% dei connazionali in gabbia oltre confine si trova in Europa, nelle Americhe il 15,6%, nei Paesi del Mediterraneo e Medio oriente il 2% circa. Nell’Africa sub sahariana è detenuto lo 0,4% degli italiani nel mondo.
La rete dei consolati italiani all’estero, per ciò che riguarda i connazionali detenuti nel mondo, “svolge essenzialmente un’attività di supporto finalizzata a fornire, da un lato, il rispetto dei diritti del connazionale in sede di giudizio e, dall’altro, l’assistenza necessaria in carcere". Ma non può intervenire se il detenuto si oppone; costituirsi parte civile; intervenire in giudizio per conto di cittadini italiani; ottenere un migliore trattamento, rispetto a quello previsto dalle norme locali, della condizione carceraria.
Anche se non è prevista “la possibilità per gli indagati o gli imputati di poter accedere ad un istituto di patrocinio a spese dello Stato", la tutela nei confronti dei detenuti italiani nel mondo e la loro assistenza è per l’attuale Governo senza dubbio “considerata una priorità”.
Il ministero degli Esteri per poter gestire al meglio certe situazioni ha messo in rete un programma protetto, accessibile dagli uffici consolari e dal personale addetto, che permette di condividere in tempo reale le notizie sulle condizioni di detenzione dei connazionali, lo stato dei procedimenti giudiziari, il numero di visite consolari e altre informazioni. Inoltre, tre anni fa un ordine del giorno della Camera prevedeva l’istituzione di un numero verde di emergenza per le situazioni giudiziarie, ma “le pressanti ed inderogabili esigenze di risanamento dei conti pubblici ne hanno finora impedito la costituzione”, spiega il sottosegretario.
Mantica ricorda che più dell’80% dei connazionali in gabbia oltre confine si trova in Europa, nelle Americhe il 15,6%, nei Paesi del Mediterraneo e Medio oriente il 2% circa. Nell’Africa sub sahariana è detenuto lo 0,4% degli italiani nel mondo.
La rete dei consolati italiani all’estero, per ciò che riguarda i connazionali detenuti nel mondo, “svolge essenzialmente un’attività di supporto finalizzata a fornire, da un lato, il rispetto dei diritti del connazionale in sede di giudizio e, dall’altro, l’assistenza necessaria in carcere". Ma non può intervenire se il detenuto si oppone; costituirsi parte civile; intervenire in giudizio per conto di cittadini italiani; ottenere un migliore trattamento, rispetto a quello previsto dalle norme locali, della condizione carceraria.
Anche se non è prevista “la possibilità per gli indagati o gli imputati di poter accedere ad un istituto di patrocinio a spese dello Stato", la tutela nei confronti dei detenuti italiani nel mondo e la loro assistenza è per l’attuale Governo senza dubbio “considerata una priorità”.
Il ministero degli Esteri per poter gestire al meglio certe situazioni ha messo in rete un programma protetto, accessibile dagli uffici consolari e dal personale addetto, che permette di condividere in tempo reale le notizie sulle condizioni di detenzione dei connazionali, lo stato dei procedimenti giudiziari, il numero di visite consolari e altre informazioni. Inoltre, tre anni fa un ordine del giorno della Camera prevedeva l’istituzione di un numero verde di emergenza per le situazioni giudiziarie, ma “le pressanti ed inderogabili esigenze di risanamento dei conti pubblici ne hanno finora impedito la costituzione”, spiega il sottosegretario.
Mantica ricorda che più dell’80% dei connazionali in gabbia oltre confine si trova in Europa, nelle Americhe il 15,6%, nei Paesi del Mediterraneo e Medio oriente il 2% circa. Nell’Africa sub sahariana è detenuto lo 0,4% degli italiani nel mondo.
La rete dei consolati italiani all’estero, per ciò che riguarda i connazionali detenuti nel mondo, “svolge essenzialmente un’attività di supporto finalizzata a fornire, da un lato, il rispetto dei diritti del connazionale in sede di giudizio e, dall’altro, l’assistenza necessaria in carcere". Ma non può intervenire se il detenuto si oppone; costituirsi parte civile; intervenire in giudizio per conto di cittadini italiani; ottenere un migliore trattamento, rispetto a quello previsto dalle norme locali, della condizione carceraria.
Anche se non è prevista “la possibilità per gli indagati o gli imputati di poter accedere ad un istituto di patrocinio a spese dello Stato", la tutela nei confronti dei detenuti italiani nel mondo e la loro assistenza è per l’attuale Governo senza dubbio “considerata una priorità”.
Il ministero degli Esteri per poter gestire al meglio certe situazioni ha messo in rete un programma protetto, accessibile dagli uffici consolari e dal personale addetto, che permette di condividere in tempo reale le notizie sulle condizioni di detenzione dei connazionali, lo stato dei procedimenti giudiziari, il numero di visite consolari e altre informazioni. Inoltre, tre anni fa un ordine del giorno della Camera prevedeva l’istituzione di un numero verde di emergenza per le situazioni giudiziarie, ma “le pressanti ed inderogabili esigenze di risanamento dei conti pubblici ne hanno finora impedito la costituzione”, spiega il sottosegretario.
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