Continuano incessantemente gli sforzi del ministero degli Esteri per liberare Giovanni Lo Porto, l’italiano rapito ieri in Pakistan, e riportarlo a casa sano e salvo.
Staffan De Mistura, sottosegretario agli Esteri, sottolinea che la Farnesina si sta occupando del caso “molto attivamente”, aggiungendo che comunque “in questi casi meno parliamo, meglio è”.
Si sa che il ministero ha già aperto dei canali per arrivare a rivolvere positivamente la vicenda nel più breve tempo possibile. De Mistura sottolinea che in ogni caso “la cosa è seria, perchè il Pakistan e’ un paese in cui i rapimenti sono pericolosi, e quindi doppiamente urgente”.
Lo Porto, siciliano, 38 anni, è un cooperante italiano che si trovava in Pakistan per lavorare con una Ong. La sua famiglia, a Palermo, è molto preoccupata. Bocche cucite nella casa della famiglia del connazionale, sequestrato ieri da tre uomini armati insieme a un cittadino olandese – e non tedesco, come si pensava all’inizio. Solo un comunicato, pubblicato da una testata online palermitana: “Lo Stato ci aiuti. Ci affidiamo alle autorita’, al Governo, perche’ il nostro Giovanni torni al piu’ presto a casa sano e salvo. Restiamo costantemente in attesa di notizie”, dicono i familiari. “Giovanni e’ sempre in giro per la sua attivita’ in cui crede molto e che svolge generosamente e con passione perche’ e’ felice di aiutare gli altri. Non lo vediamo spesso, ma ci sentiamo e ci ha sempre detto di essere soddisfatto del lavoro che fa”.
In Pakistan i sequestri sono aumentati di molto, negli ultimi mesi, in tutto il Paese. Militanti e talebani usano i rapimenti per poi chiedere un riscatto e autofinanziarsi.
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