Roma – I messinesi nel mondo? Meglio dedicarsi a tutti i siciliani. Alfano "senza storia"? Al contrario, il nuovo segretario ha tutte le carte in regola per essere un vero leader, soprattutto perche’ "ha a cuore la causa degli italiani nel mondo" anche se "adesso ci sono altre priorità". Ha le idee chiare Massimo Romagnoli, presidente del Movimento delle Libertà, che a colloquio con ItaliaChiamaItalia commenta positivamente l’elevata adesione registrata a Messina dal congresso provinciale PdL.
Presidente, terminata l’euforia per il successo di adesioni al congresso provinciale, come riparte il Pdl di Messina?
Questo congresso è stato un vero, grande, successo. Abbiamo avuto la possibilità di vedere più di duemila delegati votare il congresso provinciale di Messina e il fattore che voglio sottolineare, a prescindere dal valore o dall’utilità delle nomine, è che si respirava finalmente e nuovamente voglia di fare politica.
Con “a prescindere dalle nomine” intende dire che non concorda con i nomi venuti fuori dal congresso?
No, non è questo il senso della mia frase. Sono contento dell’elezione dell’onorevole Buzzanca e dell’onorevole Nino Germanà ma, secondo me, il fattore che ricorderemo di questo congresso è il ritorno della passione per la politica.
Lei parla di ritorno, quasi a sottendere che chi ha governato fino ad oggi avesse fatto fuggire questa voglia di politica…
No, ovviamente non mi riferisco a chi governava, però posso dire che, negli ultimi anni, era scomparsa la passione politica che, invece, i congressi hanno fatto riaffiorare in tutti noi. Con il vecchio sistema erano cambiati certi equilibri e non c’era più meritocrazia.
Oltre al congresso, quali sono i fattori che hanno innescato una nuova politica interna al partito?
Con il segretario Angelino Alfano c’è una nuova ventata di fiducia nel merito. Va avanti chi ha i numeri e non chi ha amicizie, non si può diventare coordinatore di qualsiasi realtà solo perché si può contare su un amico influente.
Se l’equazione congresso – meritocrazia vale per l’Italia, dovrebbe essere applicata anche in Europa e all’estero, ammesso che il Pdl nel mondo sia ancora attivo…
Il Pdl nel mondo è molto attivo e la meritocrazia dovrebbe essere applicata in Europa e in qualsiasi realtà. Mi domando perché il coordinatore di Monaco o di Londra debba essere una persona non determinata dalla base.
Questa ventata di positività sta per investire anche gli italiani nel mondo?
Sì, dal congresso è emerso ampio spazio per i messinesi nel mondo tanto che mi è stato proposto di diventare il coordinatore dei messinesi nel mondo.
Per quale motivo non ha accettato?
Ci sto riflettendo perché vorrei continuare a concentrarmi sul coordinamento dei siciliani nel mondo.
Visto che sta lasciando intuire un probabile rifiuto, chi indicherà al suo posto?
Se non dovessi accettare la nomina, sarei pronto ad indicare il nome di una persona che si sta impegnando molto: Sandro Segreto.
La partecipazione al congresso di Messina sembra aver colto tutti di sorpresa. Non avete più fiducia nel partito?
Non mi aspettavo così tante persone per un semplice motivo che non è collegato al partito ma alla politica. In Sicilia, Miccicchè ha creato un suo partito e ci sono molti movimenti di piccole entità; per questo pensavo che l’interesse nel Pdl fosse scemato, ma ieri mi sono ricreduto. Ho visto una vera volontà di far politica, ho respirato un’atmosfera positiva di buon auspicio anche in previsione delle elezioni amministrative e di quelle politiche. Inoltre, sono molto contento che si sia parlato anche del reparto dei messinesi del mondo come punto di riferimento.
Come vengono intesi i messinesi nel mondo in questo nuovo Pdl?
Loro sono i nostri ambasciatori, cercheremo di veicolare un messaggio forte e chiaro che punti a creare un turismo di ritorno.
Quali sono le altre idee concrete che intendete dedicare ai connazionali nel mondo?
Vogliamo cercare di creare una forte organizzazione dedicata ai messinesi nel mondo e legalizzarla in ogni consolato e in ogni ambasciata, vogliamo essere riconosciuti come gruppo nei Comites e nel Cgie.
A proposito della plenaria, lei ha dichiarato che il Cgie deve dare più spazio ai giovani. Non è che questa storia dei giovani sta diventando solo retorica?
Non è retorica, abbiamo bisogno di un cambio. Viaggio molto e mi rattrista vedere che, a ogni incontro con le comunità italiane, sono presenti pochissimi giovani. Questo significa che i genitori emigrati non riescono a trasferire le proprie credenze e tradizioni ai figli. Il numero di italiani giovani che non parlano la nostra lingua aumenta di anno in anno ed è un peccato.
Lo spazio ai giovani è un’esigenza pratica?
Sì, i giovani possono capire i problemi dei coetanei e il perché di questo distaccamento. Se non partecipano alle feste collettive si vede che non si trovano a loro agio. Bisogna coinvolgerli e far sì che siano loro stessi a organizzare feste per gli italiani all’estero, anche perché i giovani italiani emigrati sono esponenti dell’eccellenza, quando si ritrovano in contesti non moderni scappano e cercano altri luoghi.
Tra i vostri giovani di eccellenza c’è Angelino Alfano. Talmente giovane che Berlusconi si è lasciato sfuggire che non ha storia…
Non è vero. Alfano ha la sua storia, ha iniziato giovanissimo come consigliere e ha percorso tutti i gradini della carriera politico-amministrativa. Non vedo per quale motivo non abbia le carte in regola per fare il leader. Ha sempre dimostrato di essere serio e corretto, non si può dire nulla nemmeno sulla sua vita privata. È un oratore in grado di rispondere a tutte le necessità e controbattere a tutti gli attacchi.
Risponde a tutte le necessità, tranne a quelle degli italiani nel mondo…
Posso assicurare che, da parte sua, c’è sempre stato un pensiero per gli italiani nel mondo, lo garantisco. Non si è ancora interessato non per mancanza di volontà ma per mancanza di tempo, purtroppo ora gli italiani nel mondo non sono tra le priorità, perché si sta organizzando il partito ma, a breve, si penserà anche a loro. Anche i siciliani mi dicevano che non erano considerati e ora, dopo i congressi, non si lamentano più. Gli italiani nel mondo sono una delle nostre regioni e arriverà anche il loro turno.
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